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    Salvini è sceso al piano sbagliato: così un ascensore ha cambiato le sorti del centrodestra

    credit: ansa foto
    Di Luca Telese
    Pubblicato il 4 Feb. 2022 alle 11:46
    Gli ingredienti più sorprendenti di questa storia shakespeariana, romanzesca e vagamente auto-cannibalistica che oggi è il centrodestra italiano sono almeno tre: una legge elettorale proporzionale (che per ora non c’è), una federazione (che non si farà) e un ascensore che non è mai arrivato a destinazione al sesto piano (perché si è fermato prima). Tuttavia, dopo il grande Big Bang delle presidenziali e lo tsunami che il voto a Mattarella ha prodotto sulle coalizioni, se provi a capire dove andranno Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi fai un po’ di fatica: perché la risposta è molto semplice, ma la spiegazione è molto complessa. Finché non cambia la legge elettorale – e questa è la cosa semplice – i tre fratelli-coltelli saranno costretti a convivere, non andranno da nessuna parte, e rinfocoleranno le note di polemica reciproca. Questo perché il Rosatellum impone le alleanze, assegna un peso decisivo ai collegi, costringe leader che si detestano a sopportarsi. Guido Crosetto con una battuta (ma neanche troppo) spiega: «Hanno fatto pace persino Renzi e Letta», osserva il fondatore di Fratelli d’Italia. «Matteo sta governando con i Cinque Stelle, e voi venite a chiedere a noi come faremo a restare uniti? Suvvia». Dopodiché sorride e alza gli occhi al cielo. Ma, a parte questo sentimento di tregua armata e tuttavia ineluttabile, mai come in queste ore gli alleati sono stati lontani tra di loro. Così bisogna partire proprio da quell’ascensore che è stato il punto di scaturigine di tutto, in un giovedì della settimana scorsa in cui la presidente di Fratelli d’Italia e il leader del Carroccio apparentemente si erano consultati durante tutte le trattative. Avevano già concordato sulla strategia: per suggellare l’accordo bastava guardarsi negli occhi, un’ultima volta. Salvini a quel punto aveva detto: «Salgo su da te al sesto piano». E parlava delle stanze dei gruppi parlamentari di FdI, nel bel palazzo di via degli Uffici del Vicario, alla Camera. Di fatto è quella la sede del partito: il bellissimo stanzone con terrazza sui tetti romani che è il quartier generale di Meloni. Ma Salvini – come racconta a tutti la leader di Fratelli d’Italia – non arriverà mai all’appuntamento: si ferma prima, probabilmente al terzo piano. Parla con i giornalisti: una volta per spiegare che……….

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