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    Roma: il programma elettorale di Michetti copiato da Alemanno, Meloni e anche Draghi

    Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 24 Set. 2021 alle 13:05 Aggiornato il 24 Set. 2021 alle 13:11

    Roma: il programma elettorale di Michetti copiato da Alemanno, Meloni e anche Draghi

    A meno di dieci giorni dalle elezioni, continua a far discutere il programma elettorale di Enrico Michetti. Secondo quanto riportato Domani il documento, pubblicato sul sito del candidato del centodestra a sindaco di Roma dopo un’attesa di settimane, risulterebbe in larga parte copiato dalle fonti più disparate.

    Usando un’applicazione antiplagio, il quotidiano ha scoperto che le 121 pagine che conterrebbero le idee di Michetti per la città comprendono decine di parti prelevate direttamente da programmi di Gianni Alemanno e Giorgia Meloni, oltre che diversi siti e blog. Il software Turnitn, usato per scoprire i plagi in ambito accademico, indica che oltre il 13 percento delle parole usate nel programma sono copiate senza indicare la fonte originaria.

    Il documento, articolato in 22 sezioni che vanno da “Roma Capitale tra le capitali del mondo” a “Roma capitale amica degli animali”, contiene anche una frase copiata direttamente dal discorso di insediamento di Mario Draghi, nella parte sul pubblico impiego. Secondo il presidente del Consiglio, e anche Michetti, la formazione dei dipendenti pubblici avverrà “anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghissime attese decine di migliaia di candidati”.

    Nel suo programma l’avvocato, diventato celebre per i suoi interventi all’emittente locale Radio Radio, copia anche parti del programma del centrodestra per le elezioni comunali di Milano nel 2016. Nelle sezioni dedicate alla sicurezza e alla famiglia Michetti copia infatti il programma di Stefano Parisi, uscito sconfitto nel confronto da Beppe Sala nel voto di cinque anni fa. Anche la sconfitta di Alemanno nel 2013 offre ispirazione a Michetti, che ha prelevato diverse proposte dal programma dell’ultimo sindaco del centrodestra, sotto processo per traffico di influenze illecite, come la costruzione di un “secondo polo turistico”, la lotta all’evasione fiscale e la razionalizzazione della spesa.

    Tra le parti originali, si distingue la proposta di organizzare incontri con gladiatori e crociati nel centro storico. “È possibile organizzare scene quotidiane con i crociati a Castel Sant’Angelo, Guardie medievali in giro per Trastevere, scuola di gladiatori di fronte al Colosseo, simulazione dell’uccisione di Giulio Cesare in Largo Argentina dove ricevette i colpi da Bruto, carri di musici rinascimentali, ricostruzione dei trionfi dei comandanti all’Arco di Costantino, processioni di vestali”, riporta il programma di Michetti nella sezione dedicata alle proposte culturali.

    Il programma elettorale è stato pubblicato solo lunedì scorso sul sito della campagna elettorale, dove prima non era accessibile, dopo la polemica scatenata dall’altro candidato sindaco Carlo Calenda. “Una presa in giro dei cittadini così non me la ricordo”, ha dichiarato il leader di Azione, che aveva diffuso sui social un video che mostra il tentativo di un utente di trovare, senza successo, le proposte di Michetti. Secondo il candidato espresso da Fratelli d’Italia e sostenuto da Lega e Forza Italia, il programma era già stato depositato presso il comune in occasione della presentazione delle liste.

    Secondo le ultime rilevazioni pubblicate prima delle elezioni, Michetti è in testa ai sondaggi per il voto del 3 e il 4 ottobre ma è sfavorito ai ballottaggi, che danno maggiori probabilità alla vittoria di Roberto Gualtieri del Partito democratico.

    I due probabili sfidanti al ballottaggio non sono però sempre stati avversari. Come rivelano alcune chat pubblicate in esclusiva sul nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale – TPI, in edicola da venerdì 24 settembre, alle elezioni Europee del 2019 anche Michetti era sostenitore dell’ex ministro dell’Economia e delle finanze, a cui assicurò “una cinquantina di voti”.

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