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    Riforma del ticket sanitario, spunta la proposta del governo: si pagherà per fasce e avrà un tetto

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    C'è una prima bozza di ddl sulla tassa per la Sanità

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 1 Ott. 2019 alle 19:17

    In arrivo la riforma del ticket sanitario

    Non solo legge di Bilancio. Sull’agenda del governo sembra avere un ruolo di rilievo anche la riforma del ticket. Circola in queste ore infatti una prima bozza di disegno di legge per il riordino della materia, già annunciato nelle scorse settimane dal neoministro della Sanità Roberto Speranza.

    Stando a quanto sarebbe stato finora previsto, viene riportato dall’Ansa, il costo dei ticket sanitari sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente”, vale a dire del reddito prodotto dal “nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare”. Anche stabilendo un importo come limite massimo annuale di spesa, al raggiungimento del quale cesserà l’obbligo dell’assistito di partecipare alla spesa sanitaria.

    Nella bozza di disegno di legge, con la norma proposta “si intende garantire una maggiore equità nell’accesso dei cittadini all’assistenza sanitaria, per le prestazioni specialistiche, di diagnostica strumentale e di laboratorio, attraverso una revisione della disciplina”.

    Cosa prevede la bozza di ddl

    I ticket saranno dunque fissati sulla base di precisi criteri indicati nella bozza del provvedimento “sono identificate le prestazioni sanitarie erogate a tutela di condizioni di particolare interesse sociale, escluse dalla partecipazione alla spesa sanitaria, come i soggetti vulnerabili privi di reddito; la partecipazione alla spesa sanitaria è graduata in relazione al reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale, rapportato alla composizione del nucleo stesso sulla base di una scala di equivalenza (reddito equivalente RE); la disciplina della partecipazione alla spesa sanitaria tiene conto della presenza di malattie croniche e invalidanti o di malattie rare ovvero del riconoscimento di invalidità o dell’appartenenza a categorie protette; è fissato un importo massimo annuale di partecipazione alla spesa sanitaria, rapportato al reddito equivalente, al superamento del quale cessa l’obbligo della partecipazione alla spesa sanitaria”.

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    Quanto ai tempi, “al fine di rendere più equo il regime di compartecipazione alla spesa sanitaria per le prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale – si legge – entro il 31 marzo 2020, con Decreto del Ministero della Salute da adottarsi di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono individuate le nuove quote di compartecipazione per tali prestazioni, in modo da assicurare l’invarianza di gettito totale”.

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