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    Renzi è indagato anche per la conferenza di Abu Dhabi

    Credit: ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 15 Lug. 2021 alle 07:44 Aggiornato il 15 Lug. 2021 alle 07:46

    Il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il manager Lucio Presta sono indagati dalla procura di Roma per finanziamento illecito e false fatturazioni.

    Al centro dell’indagine, secondo il quotidiano Domani che per primo ha dato la notizia, c’è il documentario Firenze secondo me, realizzato dall’ex premier con la collaborazione della casa di produzione Arcobaleno 3, di proprietà della famiglia Presta, e andato in onda su Discovery Channel a cavallo tra dicembre 2018 e gennaio 2019.

    Il senatore stesso ha poi fatto sapere di essere indagato anche dalla procura di Firenze per emissione di fatture per operazioni inesistenti in relazione al compenso ricevuto per una conferenza ad Abu Dhabi. Renzi ne dà notizia nel suo libro Controcorrente.

    “A inizio del 2020, avendo finito il resto della famiglia ed essendo le nonne troppo anziane, Turco invia un avviso di garanzia anche a me. Vengo infatti indagato per prestazione inesistente dopo aver partecipato a un convegno ad Abu Dhabi al quale partecipano autorevoli leader internazionali”.

    “Prestazione talmente inesistente – aggiunge Renzi – da essere reperibile online sul canale YouTube e sulle principali testate internazionali a cominciare da Bloomberg. Inutile dire che per tale conferenza ho ricevuto un corrispettivo bonificato in modo legittimo e trasparente sul quale ho pagato le tasse in Italia. È altrettanto inutile dire che solo al sottoscritto e solo dalla Procura di Firenze sono stati avanzati rilievi sulle conferenze a pagamento che si svolgono in molti Paesi del mondo e che caratterizzano l’attività di molti ex capi di governo di tutto il pianeta”.

    Secondo quanto appreso poi da fonti investigative, Renzi sarebbe indagato in concorso con Carlo Torino, titolare di una società di Portici (Napoli), la Carlo Torino e associati, che avrebbe fatto da tramite per la ricezione del compenso. L’inchiesta sarebbe nata a seguito di una segnalazione della Uif, l’Unità di prevenzione antiriciclaggio, che avrebbe indicato movimenti di denaro poco chiari sul conto corrente della società del napoletano.

    Si tratta di un’operazione che risale al 17 gennaio 2020, quando sul conto della società arrivò un bonifico da 75.000 euro proveniente da una società di marketing e comunicazione guidata da Anthony Scaramucci. Ovvero l’organizzatore del convegno ed ex consulente di Donald Trump.

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