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    Cos’è il referendum propositivo proposto da Luigi Di Maio?

    Schede relative ai referedum

    Luigi Di Maio ha dichiarato di voler abrogare il quorum e di introdurre il referendum propositivo. Ma cos'è il referendum propositivo e come funziona la soglia del quorum?

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 4 Giu. 2018 alle 20:33 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:16

    Referendum propositivo| Tipi di referendum in Italia 

    Luigi Di Maio, leader del M5s e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, ha annunciato di voler togliere il quorum ai referendum, la soglia che ha bloccato un gran numero di referendum abrogativi proposti finora.

    Se reddito di cittadinanza e abolizione dei vitalizi sono da sempre due cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle, un tema nuovo presentato da Di Maio nel suo comizio di Ragusa, riguarda i referendum.

    Il vicepresidente del Consiglio vorrebbe infatti abolire il quorum attualmente richiesto per i referendum abrogativi (il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto): “Toglieremo il quorum dal voto per il referendum. Non possiamo subire i condizionamenti dei partiti che quando non vogliono un referendum invitano i cittadini ad andar al mare”.

    Per Di Maio “togliere il quorum al referendum è uno strumento indispensabile per i cittadini, per cui quando volete cambiare le cose in Italia non dovete andare per forza a pregare un politico. Potete farlo da soli col vostro voto”.

    Se attuato, un provvedimento del genere rappresenterebbe una novità di enorme rilievo rispetto alle modalità attuali di svolgimento dei referendum.

    Una riforma di questo tipo, in ogni caso, necessiterebbe di una modifica della Costituzione, con conseguente referendum confermativo se approvata con meno dei due terzi dei voti parlamentari (per i referendum costituzionali, in ogni caso, il quorum non è richiesto).

    Già nella riforma costituzionale di Renzi, bocciata dagli elettori il 4 dicembre 2016, era previsto un meccanismo di riduzione del quorum richiesto per rendere valido il referendum: la riforma proponeva di abbassarlo al 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche nel caso venissero raccolte almeno 800mila firme per indire la consultazione.

    Tipi di referendum in Italia

    La Costituzione italiana prevede tre tipi di referendum abrogativo, territoriale e costituzionale.

    Referendum abrogativo

    Il referendum abrogativo è previsto dall’articolo 75 della Costituzione che riserva l’iniziativa referendaria ai cittadini, 500.000 elettori, o alle regioni, e quindi a 5 Consigli regionali.

    Attraverso lo strumento del referendum abrogativo si può richiedere quindi “l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”.

    Dove per legge si intende una norma approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario, e per “atto avente valore di legge” un decreto legge, approvato dal governo in casi eccezionali di necessità e di urgenza e convertito entro 60 giorni dal parlamento o un decreto legislativo, adottato dal governo su delega parlamentare.

    Il quorum indica il numero minimo di elettori che devono partecipare alla votazione perché il referendum sia valido e perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito: esso è fissato nella maggioranza degli aventi diritto al voto.

    L’articolo 75 della Costituzione prevede inoltre che deve essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

    Non tutte le leggi possono essere abrogate tramite il referendum: ci sono infatti alcune materie che sono sottratte come “le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”.

    Inoltre non è possibile abrogare con il referendum le disposizioni costituzionali, perché sono gerarchicamente superiori alla legge ordinaria e quindi abrogabili solo attraverso il procedimento aggravato previsto dall’art. 138 della Costituzione.

    La Corte Costituzionale, che deve pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del referendum, ha esteso l’elenco ritenendo inammissibili referendum che non abbiano oggetto unitario o il cui esito positivo paralizzerebbe l’attività di un organo costituzionale, determinando un vuoto legislativo.

    Alla luce di quanto si legge sulla Carta Fondamentale non è possibile abrogare con un referendum l’adesione dell’Italia all’Euro o l’appartenenza alla Nato.

    Referendum Costituzionale

    Il referendum Costituzionale è previsto dall’articolo 138 della Costituzione e serve per rivedere la Costituzione stessa o una legge costituzionale.

    La convocazione è decisamente più complicata di quella del referendum abrogativo: servono i due delle Camere, la seconda delle quali con maggioranza assoluta.

    Referendum Territoriali

    In questa categoria rientrano i tipi di referendum descritti dall’articolo 132 della Costituzione italiana e servono per arrivare alla fusione di più regioni o alla creazione di nuove regioni.

    Nel secondo comma dell’articolo 132 si parla invece della possibilità del passaggio di Province e Comuni da una Regione all’altra.

    La legge costituzionale così pensata deve essere approvata con un referendum a maggioranza delle popolazioni stesse.

    Referendum propositivo cos’è?

    Il referendum propositivo che il ministro Luigi Di Maio vorrebbe introdurre in realtà esiste già in Italia, ma solo nella provincia autonoma di Bolzano e in Valle d’Aosta.

    Già nella riforma costituzionale di Renzi, bocciata dagli elettori il 4 dicembre 2016, era prevista la sua adozione come anche il meccanismo di riduzione del quorum richiesto per rendere valido il referendum.

    L’articolo 97 della riforma prevedeva che “in caso di inerzia da parte delle Camere” i cittadini potessero chiedere al legislatore di disciplinare una materia esprimendosi su di una proposta di legge, per approvarla o respingerla.

    Secondo quanto proposto nella riforma lo svolgimento del referendum sarebbe stato sottoposto ad alcune condizioni:

    – consentito solo su proposte di legge ordinaria, escludendo quindi le proposte di legge costituzionale o di revisione costituzionale;

    – consentito esclusivamente su proposte di iniziativa popolare, non valido quindi per iniziative governative, regionali o parlamentari;

    – le proposte di legge avrebbero dovuto essere presentate da almeno ottocentomila elettori.

    Il referendum propositivo è relativo a temi specifici, e ha lo scopo di proporre una nuova legge.

    In caso di superamento del quorum e vittoria del sì, un referendum propositivo diventa un vincolo per chi detiene il potere legislativo ad emanare una legge che sia coerente con la volontà popolare.

    Il referendum propositivo in Italia non è previsto dalla Costituzione, solamente la regione autonoma della Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano hanno introdotto lo strumento nei loro statuti (Dlgs 18 agosto 2000, n.267 Art.8).

    Il quorum

    Il quorum indica il numero minimo di elettori che devono partecipare alla votazione perché il referendum sia valido e perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito: esso è fissato nella maggioranza degli aventi diritto al voto.

    Secondo l’analisi di Openpolis, in Italia finora si sono tenuti  70 referendum, di cui 66 abrogativi, 3 costituzionali, uno consultivo sul parlamento europeo e quello del 1946 sulla riforma istituzionale dello Stato italiano.

    I referendum abrogativi richiedono il raggiungimento di un quorum di validità.

    Il primo referendum abrogativo è del 1974, per l’abrogare della legge Fortuna-Baslini, con la quale era stato introdotto il divorzio. L’affluenza fu superiore all’87 per cento, e vinse quindi il fronte del no con il 59,30 per cento dei voti.

    Il partito radicale invece è il partito che vanta in assoluto più referendum abrogativi guidati, 24 referendum abrogativi vengono dal partito radicale.

    Il 40,91 per cento dei 66 quesiti abrogativi non ha raggiunto il quorum necessario.

    Fonte: Openpolis
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