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    Così i referendum possono diventare una miniera d’oro per i partiti e le associazioni che li promuovono

    Un euro a firma per ogni quesito che centra il quorum: così i referendum possono diventare una miniera d'oro per i partiti e le associazioni che li promuovono. L'approfondimento sul secondo numero del settimanale The Post Internazionale-TPI, in edicola dal 24 settembre

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 24 Set. 2021 alle 14:48 Aggiornato il 1 Ott. 2021 alle 17:57

    Dalla cannabis all’eutanasia legale passando per la riforma della giustizia e l’abolizione della caccia fino alla cancellazione del green pass. Per non parlare dell’abrogazione del Reddito di cittadinanza per ora solo promessa da Matteo Renzi. Se non è referendite questa, poco ci manca. La corsa all’ultimo gazebo, on the road o via web che sia, è lo sport del momento. E con la scadenza ormai alle porte – il termine legale per consegnare almeno 500mila firme in Cassazione è fissato al prossimo 30 settembre – lo sprint finale è da record: si moltiplicano i quesiti e gli appelli last minute mentre aumenta il pressing sul popolo italiano, tirato per la giacchetta dai comitati promotori. Che in piena trance agonistica da ultimo miglio hanno dimenticato di informare gli elettori di un piccolo dettaglio: i ricchi rimborsi previsti dalla legge che incasserebbero qualora, tagliato l’agognato traguardo minimo delle 500mila firme, il quesito dichiarato ammissibile dovesse poi superare il quorum del 50 per cento più uno dei votanti. Indipendentemente dalla vittoria dei Sì o dei No…

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