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    Quirinale, Salvini pensa al rimpasto di governo con “gli assi di briscola”

    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 12 Gen. 2022 alle 09:52

    “Gli assi di briscola al governo”, il leader della Lega Matteo Salvini, ospite di Porta a Porta, evoca un rimpasto dell’esecutivo. “Una volta eletto il presidente della Repubblica bisognerà riflettere anche sulla natura del governo”, dice e suggerisce di mettere in campo “tutte le energie migliori possibili da parte di tutti i partiti”. Un esecutivo, quindi, composto da leader. E sull’ipotesi di lui come parte di questi assi risponde: “Ne parliamo più avanti, io non uso ritrarmi dalle mie responsabilità”.

    Parlando di Silvio Berlusconi precisa: “Ha fatto tre volte il presidente del Consiglio, è internazionalmente conosciuto e riconosciuto ed è stato eletto per guidare questo Paese più di una volta. Quindi penso che nessuno da sinistra possa mettere dei veti a priori. Poi bisogna aspettare che lui dica qualcosa e sciolga le riserve”. Su Draghi dice, poi, che avrebbe piacere se continuasse a svolgere il ruolo di presidente del Consiglio di garanzia “perché ci sono ancora tante cose da fare in questi mesi che ci accompagnano alla fine della legislatura”. La preoccupazione di Salvini è: “se togli il tassello più importante di questo governo non so come ne usciremmo. Di tutto c’è bisogno fuorché di confusione in Italia in questo momento”.

    Intanto, Berlusconi nel pomeriggio di ieri è arrivato a Villa Grande, la sua casa romana sull’Appia Antica, un tempo appartenuta a Franco Zeffirelli. Qui ha riunito lo stato maggiore di Forza Italia e ha fatto il punto della situazione con Antonio Tajani e i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli. La data del vertice di centrodestra, però, ancora non c’è. Si era pensato di farla dopo l’assemblea del Partito democratico programmata, inizialmente, per domani ma poi slittata a sabato, dopo il funerale di stato di David Sassoli. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha rinviato tutte le riunioni. La morte del presidente del Parlamento europeo ha infatti congelato le agende di tutti, e tutto è sospeso in una settimana che sembrava essere decisiva.

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