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    Scontro Pd-M5S: trattativa bloccata sul nome di Giuseppe Conte

    Di Madi Ferrucci
    Pubblicato il 25 Ago. 2019 alle 16:34 Aggiornato il 25 Ago. 2019 alle 20:29

    Conte premier: scontro Pd M5S

    La trattativa tra Pd e M5S per un eventuale governo giallo-rosso resta bloccata sul nome di Giuseppe Conte come futuro premier. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti intorno alle 18 del 25 agosto è intervenuto sul possibile accordo con in Cinque Stelle per un eventuale governo giallo-rosso: “Abbiamo il mandato di dare vita a un governo di svolta e di discontinuità per il paese e il futuro dell’Italia. Siamo a lavoro per un patto di governo, non per un ultimatum frutto di contrapposizioni”. L’accordo deve avvenire anzitutto sui contenuti ma sulla possibilità di un Conte bis il segretario dem è stato chiaro: “Noi pensiamo che in un governo di svolta la discontinuità debba essere garantita anche da un cambio di persone. Ci sono delle opinioni differenti ma sono convinto che si troverà una soluzione in un confronto reciproco, capendoci e interloquendo l’uno con l’altro. Per garantire questi elementi noi faremo di tutto anche se non nego che finora una soluzione non si è ancora determinata”.

    Il colloquio telefonico tra Di Maio e Zingaretti

    Le parole del segretario sono probabilmente una risposta al colloquio telefonico con il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, avvenuto nella mattinata. Durante la conversazione Di Maio ha ribadito al segretario dei democratici che su Conte non era possibile alcun veto. A questo Aut-Aut Zingaretti ha risposto con un no secco e secondo fonti interne alla segreteria in seguito alla conversazione avrebbe espresso “malessere” per gli “ultimatum” ricevuti da parte del M5s. Nel frattempo le pressioni dei renziani sul segretario per un sì al Conte bis sono aumentate. Il timore infatti è che la logorante trattativa col Pd porti a una riapertura del dialogo tra Lega e Cinque Stelle.

    L’ipotesi di un “Conte bis”

    Una prima proposta sul nome del futuro premier era arrivata nella serata del 24 agosto. Fonti interne al Nazareno avevano fatto sapere che per il Partito democratico il presidente della Camera Roberto Fico poteva essere “un ottimo punto di partenza”, ma il diretto interessato il giorno dopo ha rispedito al mittente l’offerta dichiarando di voler mantenere il suo attuale incarico.

    L’ipotesi di un “Conte bis” è ormai nell’aria da giorni, dal Partito democratico però  non sono mai arrivate aperture esplicite al riguardo. Il 22 agosto dopo le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella Zingaretti aveva fatto intendere la sua contrarietà a un ritorno di Conte dichiarando che il nuovo governo avrebbe dovuto essere “nel segno della discontinuità” con il precedente. Giuseppe Conte rappresenta “la vecchia alleanza” tra Lega e M5S e il segretario del Pd non sembra aver creduto troppo al discorso di dimissioni del premier uscente.

    Allora il giurista aveva attaccato duramente il ministro dell’interno Matteo Salvini cercando di “smarcarsi” dalla sua condotta “irrispettosa delle istituzioni”. Ma anche in quell’occasione Zingaretti aveva risposto scettico: “Dov’è stato finora Conte?”, facendo capire che considerava quello del premier un tentativo “in corner” di uscire “pulito” dall’esperienza di governo.

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    Conte respinge l’ipotesi di un ritorno ad un governo con la Lega

    Il premier uscente Giuseppe Conte da parte sua continua a rilasciare dichiarazioni sulla trattativa in corso e il 24 agosto a margine del G7 a Biarritz ha così commentato l’ipotesi di un’eventuale “ritorno” ad un governo giallo-verde con la Lega: “Non rinnego nulla di quanto è stato fatto ma considero chiusa la stagione con la Lega”.

    La contro-proposta del Pd al M5S: Fico premier. Ma lui si sfila: “Resto a Montecitorio
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