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    Pd, al via la battaglia finale nel giorno dell’appello di Letta: “Negli uninominali si batte Meloni solo votando noi” | VIDEO

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 7 Set. 2022 alle 12:55 Aggiornato il 7 Set. 2022 alle 17:10

    Pd, l’appello disperato al voto el giorno del video di Letta

    L’ultimo rush di campagna elettorale dem inizia nel giorno in cui Enrico Letta lancia l’appello disperato a fare il possibile per fermare il centrodestra. Come? Non votando il terzo polo o Conte. “Chi vota Calenda, Conte o Renzi aiuta le destre e Meloni, un’allarme per la democrazia”, aveva detto nel videomessaggio rivolto ai candidati. Lo ripete anche dal palco di Piazza Santi Apostoli, a Roma, nel comizio che inaugura l’ultimo tratto di strada da battere “casa per casa”, in cui il mantra è stato pressoché sempre lo stesso: chi non sceglie noi fa un regalo alle destre.

    Lo ripetono tutti, dalla capogruppo in Senato Simona Malpezzi al ministro della Cultura Dario Franceschini. “Il voto utile non è una retorica, è una constatazione: nei collegi uninominali vince solo chi prende un voto in più, ed è evidente che l’unico candidato che può sconfiggere la destra è un candidato del Partito Democratico”, afferma il dirigente dem, candidato al Senato nel collegio plurinominale Campania 1.

    Ne è convinta anche Monica Cirinnà, senatrice in corsa nel collegio uninominale Roma 4, che in un primo momento voleva rifiutare proprio perché tra i seggi più difficili da conquistare. Le rimane l’amarezza di non essere stata “blindata” in una lista del proporzionale, e all’appello di Letta risponde così: “Chi è blindato sul proporzionale e ha il seggio sicuro ed è persona che sposta voti, venisse a dare una mano negli uninominali: il lavoro vero è questo. Va dimostrato negli uninominali che siamo un partito plurale in grado di governare il Paese”, dice a Tpi.

    Ma secondo il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il Pd ha già dimostrato di saper governare l’Italia e di aver messo il Paese in sicurezza negli anni del Covid, a dispetto della destra che strizzava l’occhio ai No Vax e votava contro mascherine e coprifuoco. “Non possiamo non ricordare che di fronte alla più grande tragedia del secondo dopoguerra noi abbiamo detto mascherine, loro votavano contro, noi abbiamo detto coprifuoco e loro protestavano, noi abbiamo detto vaccino e loro hanno risposto: non sui nostri figli”.

    A prendere la parola anche Malpezzi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein, la quale si rivolge a Meloni e dice che il Pd “chiede di più” delle unioni civili e pretende una legge sulla cittadinanza, tra gli applausi dei pochi ma convinti militanti che riempiono la piazza. Ma il più ottimista tra i dem è proprio l’ex segretario, capolista nel collegio Lazio 1, che per infondere speranza in un risultato diverso da quello dei sondaggi richiama i successi elettorali ottenuti quando la vittoria non era scontata: “Negli ultimi 15 anni mi sono candidato tre volte, quando tutti dicevano che avremmo perso in provincia e in Regione: abbiamo stravinto. La differenza la fanno le persone e la capacità di mobilitarsi per strada – assicura ai cronisti – e questo sta avvenendo“.

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