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    Conflitto di interessi sul Twiga, ministra Santanchè pronta a rinunciare alla delega alle spiagge

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 25 Ott. 2022 alle 12:23 Aggiornato il 25 Ott. 2022 alle 12:24

    Il suo essere proprietaria del 24% del Twiga Beach Club, lo stabilimento di Flavio Briatore in Versilia, la pone di fronte a un conflitto di interesse: Daniela Santanchè, neo-ministra del Turismo del governo Meloni, sostiene che le due condizioni possano coesistere in quanto non ha cariche e non siede nel consiglio di amministrazione dell’impresa, ma – stando a quanto fa sapere il Corriere della Sera – avrebbe deciso di lasciare a qualcun altro le deleghe alle spiagge. Lo stabilimento paga un canone di concessione di 17.600 euro l’anno a fronte di un fatturato di 4 milioni, e come tutti gli altri locali simili è nel mirino dell’Europa per il mancato rispetto della Direttiva Bolkestein sulla concorrenza.

    La ministra riconosce che “se ci fosse un problema di opportunità” non avrebbe problemi a cedere le deleghe sulle spiagge: “Non ho ancora parlato con Meloni ma se decidesse di assegnarle ad altri non avrei obiezioni”. La decisione arriverà tra qualche giorno, quando arriverà il primo decreto dell’era Meloni al termine del Consiglio dei Ministri. Altro nodo è quello di competenza sui porti, “contesi” tra il ministero delle Infrastrutture – in capo a Matteo Salvini – e quello del Mare, affidato all’ex presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.

    La questione del conflitto di interessi è stata sollevata anche per Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia e ministro della Difesa: dirigerà la politica militare del Paese mentre alle porte dell’Europa c’è una guerra, ma per anni è stato presidente di Aiad, la federazione che riunisce le aziende dell’aerospazio, della sicurezza e della difesa. “Se esistesse un conflitto non potrei fare il ministro, quindi il conflitto non esiste”, ha premesso. Da Greenpeace accuse di inconciliabilità delle sue posizioni, e lui ha confermato di voler cedere tutte le sue aziende: “Esco da tutto definitivamente, butto via anni di lavoro. È una scelta dura, ma lo faccio perché servire il mio Paese è l’onore più grande”.

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