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    Meloni ringrazia Bin Salman, ma un anno fa criticava ferocemente l’Arabia Saudita

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 25 Ott. 2022 alle 13:03 Aggiornato il 25 Ott. 2022 alle 15:34

    Aveva l’opportunità, Giorgia Meloni, di ripetere ai diretti interessati dell’Arabia Saudita cosa pensa del regime di Salman: un tweet con cui il ministero degli Esteri di Riad si congratulava per la sua nomina a presidente del Consiglio è stato ripreso dalla premier per ringraziare il re e il principe ereditario Mohammed bin Salman ricordando che “l’Italia è fortemente interessata alla stabilità in Medio Oriente e all’ulteriore cooperazione in materia di sicurezza energetica, investimenti e diritti umani”. Ma appena un anno fa, la leader di Fratelli d’Italia non parlava così dell’Arabia Saudita, e – stando ai toni utilizzati – non avrebbe accettato le congratulazioni dei sauditi.

    Commentando in un post le parole di Matteo Renzi che definiva il regime saudita “un baluardo contro l’estremismo islamico”, ebbe a scrivere: “L’Arabia Saudita è uno Stato fondamentalista islamico che applica alla lettera la sharia nel quale le donne non sono libere e i loro diritti costantemente lesi; si può essere condannati a morte anche per apostasia (rinuncia alla religione islamica), adulterio, omosessualità; è permessa l’ignobile pratica delle spose bambine. Ma non è tutto, perché l’Arabia Saudita, al pari del suo rivale Qatar, diffonde in modo sistematico e voluto teorie fondamentaliste che sono la principale cause della crescita dell’integralismo islamico in Europa e nel mondo creando l’humus nel quale prospera il terrorismo”. In molti hanno sottolineato il cambio di tono ora che è arrivata a Palazzo Chigi, più istituzionale e attento alla cura della forma.

    Uno scivolone simile ha riguardato anche Salvini, come fatto notare da diversi utenti: nel 2017 chiedeva minaccioso chi volesse finanziare la costruzione della moschea di Sesto San Giovanni, insinuando che se ci fosse dietro il governo del Qatar avrebbe impedito i lavori, mentre un anno dopo era in auto con il premier qatariota e twittava: “Nella mia visita di ieri ho trovato un Paese rispettoso, tollerante, che ha allontanato l’estremismo, che ha voglia di investire in Italia, che apre le porte ai nostri imprenditori e che ci darà una mano nella stabilizzazione della Libia”.

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