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    Letta boccia il consiglio di Bettini: “Non appoggiamo il referendum sulla Giustizia di Radicali e Salvini”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 4 Giu. 2021 alle 10:43 Aggiornato il 4 Giu. 2021 alle 10:45

    Non esiste alcun Salvetta” cioè il mix Salvini-Letta, “soprattutto sulla giustizia. Il referendum è lo strumento sbagliato, in Italia sono solo abrogativi”, così il leader del Pd Enrico Letta sulla proposta avanzata dalla Lega e dal partito Radicale di indire un referendum sulla riforma della giustizia.

    “Perché un referendum abbia successo bisogna che voti almeno il 50 per cento dei cittadini. In 25 anni un solo referendum ha avuto il quorum, tutti gli altri sono falliti. E’ uno strumento per fare lotta politica. E i tempi sono molto lunghi. Il referendum non è la strada. Il Pd a Salvini preferisce Cartabia e Draghi”, ha detto Letta nel corso del programma di Canale 5, Mattino 5. I quesiti del referendum sono stati presentati il 3 giugno in Cassazione dopo la conferenza stampa organizzata dal leader della Lega Matteo Salvini insieme a Maurizio Turco Irene Testa, rispettivamente segretario e tesoriera del Partito Radicale.

    Riguardano la responsabilità civile dei giudici, la separazione delle carriere dei magistrati, la custodia cautelare, l’abrogazione della legge Severino, l’abolizione della raccolta firme per le liste dei magistrati, il voto per i membri non togati dei consigli giudiziari. In una lettera pubblicata ieri sul foglio, il dirigente dem Goffredo Bettini ha invitato i colleghi di partito a considerare “con grande attenzione e coraggio” il contenuto dell’iniziativa per non lasciare il tema della giustizia a “una destra populista, come la Lega, che amava esibire il cappio nelle aule parlamentari”.
    “In piena libertà, con una scelta personale che non impegna altro che me stesso, non posso rimanere indifferente rispetto ai quesiti referendari promossi sul tema della giustizia dal Partito radicale“, ha scritto l’esponente del Pd. “Se saranno l’occasione di un dibattito aperto, franco e responsabile e se potranno avere l’effetto di spingere in avanti una legislazione che si è dimostrata lenta negli anni passati, essi vanno considerati con grande attenzione e coraggio”.
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