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    Mantova, la Lega chiede la percentuale ai ristoranti per il comizio di Salvini

    Foto: un comizio di Salvini - il raduno della Lega a Pontida

    La richiesta del Carroccio a Viadana, per la festa provinciale del partito. Critiche da Pd e M5S

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 27 Set. 2019 alle 13:23 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 19:25

    Lega, percentuale dai ristoranti per il comizio di Salvini

    C’è il comizio di Matteo Salvini e la Lega chiede una percentuale ai ristoranti. La singolare richiesta dei militanti del Carroccio è stata avanzata a Viadana, in provincia di Mantova, a un passo da Brescello, dove sabato e domenica si terrà una festa provinciale del partito. Ne parla oggi Il Fatto Quotidiano.

    Nel fine settimana il centro cittadino di Viadana sarà occupato dagli attivisti in camicia verde con intervento del leader programmato alle ore 20,30 di sabato 28 settembre. Ebbene, nei giorni scorsi bar, ristoranti, trattorie, gastronomie del centro storico di Viadana hanno ricevuto la richiesta di un “contributo in percentuale” sugli incassi della due giorni leghista.

    Il partito di Salvini, che amministra il comune in alleanza con un’altra lista, aveva tentato di gestire in proprio la ristorazione, provando a organizzare stand e cucine mobili. Poi l’idea è tramontata, forse temendo di non riuscire ad affrontare l’affluenza.

    La segreteria provinciale della Lega dunque, racconta ancora Il Fatto, ha deciso di coinvolgere i negozianti del posto, invitandoli da uscire dai locali, occupare gli spazi della festa del partito, allestire tavoli e banchetti. Ricordando poi la necessità di un gradito “contributo in percentuale”.

    Quando Salvini pregava per dj Fabo ed era a favore della libertà di scelta dei cittadini

    Della vicenda di Viadana hanno parlato anche i partiti che si oppongono alla Lega sul territorio. Il M5S ha diffuso una nota esprimendo “perplessità sulle modalità di gestione della ristorazione durante la manifestazione”. “Può essere corretto coinvolgere i commercianti locali, ma ci sembra quanto mai discutibile la richiesta del partito di una percentuale sugli incassi”, hanno scritto i pentastellati.

    Il Movimento 5 Stelle inoltre ha sottolineato che, tranne la tassa sull’occupazione di suolo pubblico pagata dalla Lega, tutte le spese sono a carico dei ristoratori, il quali per l’attività all’esterno dei loro locali devono chiedere la Scia, segnalazione certificata di inizio attività per manifestazioni temporanee, e quindi pagare Comune e Asl.

    Anche il Pd si è fatto vivo: “Ero presente anch’io quando nella conferenza dei capigruppo in Comune è saltato fuori il discorso sulla percentuale da corrispondere al partito al termine della festa”, ha raccontato un consigliere dem. Ma le proteste sono crescite anche all’interno della Lega.

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