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    Il leader dei Gilet Arancioni Pappalardo si candida: “Fuori dalla Nato e ritorno alla lira italica in 48 ore”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 9 Ago. 2022 alle 16:53

    Antonio Pappalardo, generale dei Carabinieri in pensione e leader del Movimento Gilet Arancioni, si candiderà alle prossime elezioni del 25 settembre. Lo ha annunciato in un video condiviso sulle sue pagine Facebook. “Ci candidiamo alla faccia vostra”, ha dichiarato l’ex generale, tornato alla ribalta durante il primo lockdown per protestare contro le chiusure imposte dal governo. “Faremo come ci ha insegnato Gesù Cristo: taglieremo le mani e le butteremo via. Tutte le cose le faremo in 48 ore. Pappalardo diventa capo del governo, riunisce il Consiglio dei Ministri e immediatamente firma i decreti”, ha assicurato.

    Chiunque potrà candidarsi con il simbolo dei Gilet Arancioni, ha aggiunto l’ex militare, che in passato ha dichiarato di aver incontrato un alieno. “Per primi nella storia della Repubblica accettiamo le autocandidature. Venite da noi, ci dite che vi volete candidare e noi vi diamo la candidatura. Questa è la differenza che c’è tra noi, che siamo altamente democratici, e questi fottutissimi dittatori che stanno rovinando il Paese”. In ambito internazionale, Pappalardo ha chiarito che l’obiettivo del suo programma è quello di far uscire l’Italia dalla Nato: “Così si levano dalle balle“.

    “Italiani, che continuate a votare il bel Draghetto, Salvini, Di Maio, Letta e company, ma lo sapete che se questi vincono le elezioni, i vostri figli andranno a combattere in Ucraina? Noi invece usciremo dalla Nato e qualificheremo Roma come Città Santa. Usciremo anche dall’Europa, ma non perché ce l’abbiamo coi Paesi Europei. L’Italia appartiene a tutto il mondo e quindi gli argentini, i colombiani, i messicani, tutti i cristiani del mondo si vedranno in noi. Hai capito Germania? Hai capito Gran Bretagna? Avete capito?”, ha domandato nel video.

    Al centro del piano di governo dell’ex generale anche il ritorno alla Lira: “Una lira equivale a un euro, è una moneta a credito e non a debito. Noi daremo immediatamente 1500 lire al mese alle casalinghe, così i bambini vengono educati bene: curano i figli, curano la casa e invece lo Stato dà a queste donne un calcio nel sedere. Poia tutti gli italiani rapinati dallo Stato dal 2000 restituiremo 1200 lire italiche. Non ci credete? Fatemi capo del governo e io il giorno dopo telefono al direttore generale del ministero del Tesoro, faccio stampare questa moneta e vi arriva il giorno dopo a casa. Che cosa volete di più?”, ha domandato nel video.

    Farò come Cincinnato: starò lo stretto tempo indispensabile per mettere tutte le cose a posto e poi mi ritiro. Non bisogna diventare mummie viventi come Berlusconi, che a 90 anni sta ancora in mezzo ai piedi. No Meloni, no Paragone, no imbroglioni, no mistificatori, no millantatori”, ha concluso.

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