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    Inchiesta Fondazione Open, Calenda: “Contro Renzi barbarie”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 9 Nov. 2021 alle 14:15

    “Matteo Renzi è un mio avversario. Ma quello che accade tutti i giorni sui giornali contro di lui è barbarico. Pezzi di intercettazioni, conti correnti privati, scoop che non dicono nulla. E il tutto alimentato da carte riservate. Dobbiamo reagire tutti”. Così Carlo Calenda su Twitter commentando le ultime notizie di cronaca che riguardano il leader di Italia Viva e la Fondazione Open.

    I compensi delle conferenze di Matteo Renzi sono finiti al centro di un’informativa della guardia di finanza allegata alle indagini sulla Fondazione Open. Secondo quanto riportato da Repubblica, tra i committenti dell’ex premier ci sarebbero alcune società di global speaker del Regno Unito, il ministero delle Finanze dell’Arabia Saudita e il quotidiano coreano Chosun Ilbo. Risulterebbero poi anche fondi internazionali di private equity, tra cui la 21Investimenti Sgr di Alessandro Benetton. Attualmente le carte non sono oggetto di indagini sul caso Open – inchiesta nella quale Renzi è indagato per finanziamento illecito ai partiti -, ma risultano comunque tra gli allegati «per operazioni sospette».

    Sulla vicenda si è espresso ieri l’ex premier Giuseppe Conte: “Mentre noi ci battevamo per revocare la concessione di Autostrade, il leader di una delle forze di maggioranza prendeva soldi dai Benetton”.

    Ospite di Otto e Mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber in onda nella serata di lunedì 8 novembre su La7, il leader del Movimento 5 Stelle, incalzato dalle domande della giornalista, ha commentato la pubblicazione dei compensi ricevuti da Renzi in qualità di consulente e conferenziere.

    “Ricordo – ha dichiarato Conte – che nel 2018 durante la trasmissione Matrix Renzi presentò il suo estratto conto di 15mila euro affermando che i politici avrebbero dovuto mostrare il proprio conto corrente e aggiungendo che ‘se si supera questa cifra’ vuol dire ‘che qualcosa non va bene perché i politici non devono fare comitati d’affari’”.

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