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    Il neo ministro della Difesa Crosetto: “Sull’invio di armi a Kiev seguiremo gli alleati”. E le lobby esultano

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 23 Ott. 2022 alle 14:21 Aggiornato il 23 Ott. 2022 alle 14:57

    Il neo ministro della Difesa Guido Crosetto e l’invio di armi a Kiev

    L’Italia continuerà a fornire armi a Kiev fino a quando gli Usa e la Nato lo riterranno necessario: è quanto di fatto dichiarato dal neo ministro della Difesa Guido Crosetto in una delle prime interviste rilasciate da quando ha ottenuto l’importante dicastero.

    Intervistato da La Repubblica, infatti, Crosetto, alla domanda se l’Italia confermerà l’invio di armi a Kiev ha risposto: “La posizione del governo è quella espressa più volte dalla presidente Meloni: quando fai parte di una famiglia e hai firmato un accordo, allora accetti le decisioni che quel gruppo prende. Le decisioni che verranno prese nel quadro delle nostre storiche alleanze internazionali, saranno rispettate dall’Italia. Su questo non ci sarà alcuna divisione”.

    Una presa di posizione che non potrà che rassicurare gli Usa e la Nato, già “tranquillizzate” dalla neo premier Giorgia Meloni, e far esultare le lobby delle armi che, come rivelato in un’inchiesta (disponibile qui) pubblicata lo scorso aprile sul settimanale di The Post Internazionale, con la scusa della guerra in Ucraina stanno riarmando l’Europa con enormi profitti.

    Nella stessa intervista, poi, Crosetto, alla domanda se vi sia un conflitto di interessi ora che è ministro della Difesa, dal momento che in passato è stato presidente dell’Aiad, la Confindustria dell’Aerospazio, ha risposto: “Ho lasciato ogni incarico, come prevede la legge, e andrò anche oltre, uscendo da società dove potrei rimanere. Dunque, la risposta è no e d’ora in poi ho deciso di tutelarmi legalmente contro chiunque lo scriverà. Ho accettato di fare il ministro, sacrificando decenni di lavoro. E pretendo rispetto. Tra l’altro il mio ruolo principale era quello di aiutare le aziende italiane all’estero. Lavoravo accanto ai governi e ai ministri della Difesa, dalla Trenta alla Pinotti a Guerini, che dunque non erano mai controparte. E’ evidente che non esista alcun conflitto di interessi”.

    Parlando della situazione del nostro Paese più in generale, Crosetto pone l’accesso su quello è il pericolo maggiore per l’Italia, ovvero la “tenuta sociale ed economica”.

    “L’inflazione, l’aumento del gas, dell’energia e di tutte le materie prime stanno incidendo in maniera violenta sui redditi e i risparmi di 60 milioni di italiani e su una parte del sistema produttivo. Penso a chi ha un solo stipendio e una famiglia numerosa” dichiara Crosetto.

    “A chi gestisce un bar e non riesce a pagare le bollette, all’azienda che deve esportare e non è più competitiva. C’è un rischio fortissimo di povertà e disoccupazione. Dunque, di rabbia. Ed è con quella che dobbiamo fare i conti sapendo che può rappresentare un punto di instabilità interna che si somma ai problemi internazionali” afferma il neo ministro della Difesa.

    “L’interesse della Russia in questo momento è indebolire tutti i Paesi che sostengono l’Ucraina, a partire dall’Italia – spiega Crosetto – Soprattutto puntando sulle opinioni pubbliche: fare attaccare i singoli Paesi dall’interno, dagli elettori, impauriti e scontenti. Ecco, è esattamente quello che dobbiamo evitare in Italia. Mi ha colpito in questo senso la lettura di alcuni media russi che hanno raccontato il governo come debole e diviso e così non è”.

    Sulle posizioni dell’Italia sulla Difesa unica europea, invece, Crosetto dichiara: “Si tratta di un percorso sul medio lungo termine: ciascun Paese ha i suoi eserciti, con le diverse formazioni, burocrazie, regole di ingaggio. Nel breve, invece, mi pare che si stia parlando di un esperimento, con l’impegno di poche migliaia di uomini, che si può percorrere anche senza una strategia definitiva”.

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