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    Draghi: “Ho provato a fermare Putin, la pace vale dei sacrifici”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 17 Apr. 2022 alle 12:31

    Guerra in Ucraina, Draghi: “Ho provato a fermare Putin”

    “Ho provato a fermare Putin”: lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi in una lunga intervista in cui ha parlato principalmente della guerra in Ucraina (qui gli ultimi aggiornamenti), ma anche del suo futuro in politica e della tenuta della sua maggioranza.

    In un colloquio con il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, Draghi ha fatto un bilancio del suo governo: “Stiamo superando la pandemia; sul fronte internazionale, l’Italia è tornata a pesare come è giusto che sia; abbiamo avuto una crescita del prodotto interno lordo del 6,6%. C’è ora un rallentamento, dovuto alla guerra”.

    Il premier, che ha sottolineato il successo della campagna vaccinale, ha quindi parlato delle presunte tensioni all’interno della maggioranza: “Non sono stanco e non ho alcuna intenzione del genere. Ho però l’intenzione di governare, affrontare le emergenze secondo il mandato che il presidente della Repubblica mi ha dato lo scorso febbraio” mentre ha escluso una sua candidatura alle politiche: “Alle prossime elezioni intendo partecipare come ho sempre fatto: da semplice elettore”.

    Sulla guerra in Ucraina, Draghi ha svelato di aver parlato con il presidente russo Vladimir Putin poco prima dell’inizio del conflitto: “Ci siamo telefonati con il presidente Putin prima dell’inizio della guerra. Ci siamo lasciati con l’intesa che ci saremmo risentiti. Alcune settimane dopo però ha lanciato l’offensiva. Ho provato fino alla fine a parlargli”.

    Draghi, poi, ha rivelato di avergli riparlato successivamente per chiedergli un “cessate il fuoco” con il russo che gli avrebbe risposto: “I tempi non sono maturi”.

    “Le sanzioni sono essenziali per indebolire l’aggressore, ma non riescono a fermare le truppe nel breve periodo. Per farlo, bisogna aiutare direttamente gli ucraini, ed è quello che stiamo facendo” aggiunge il premier in riferimento all’invio di armi a Kiev da parte dell’Italia.

    Sull’eventuale carenza di gas in futuro, Draghi risponde: “Abbiamo gas negli stoccaggi e avremo nuovo gas da altri fornitori. Se anche dovessero essere prese misure di contenimento, queste sarebbero miti”.

    “Stiamo parlando di una riduzione di 1-2 gradi delle temperature del riscaldamento e di variazioni analoghe per i condizionatori” ha aggiunto il presidente del Consiglio ribadendo che “la pace vale dei sacrifici. Inoltre il sacrificio, in questo caso, è contenuto, pari a qualche grado di temperatura in più o in meno”.

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