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    Grillo pubblica un post contro i traditori: “Si sentono eroi ma non lo sono”. Di Maio: “Basta picconare il governo”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 1 Lug. 2022 alle 20:44

    Grillo pubblica un post contro i traditori: “Si sentono eroi ma non lo sono”. Di Maio: “Basta picconare il governo”

    A una settimana dalla scissione del Movimento 5 stelle, il blog di Beppe Grillo sceglie di salutare Luigi Di Maio senza mai nominarlo, con un lungo post dedicato ai traditori.

    “Questo nostro è forse il tempo in cui tradire non lascia traccia nell’animo del traditore che con ogni probabilità non si sente neanche tale”, riporta il post intitolato “Fenomenologia del tradimento e del traditore”. “Talvolta può perfino tendere a sentirsi un eroe, ma agli occhi solo di qualche suo compare Jago, giammai nell’animo di chi ha fatto della lealtà e della schiettezza la sua bandiera e la sua ragione di vita”, si conclude il testo, firmato da Pasquale Almirante, dopo un excursus dei più famosi traditori della letteratura, con riferimenti a Dante, Shakespeare e Dickens.

    “Dante colloca i traditori nel IX cerchio dell’Inferno, dopo il Pozzo dei giganti, considerandoli i peccatori più gravi, tanto che vengono situati proprio nei pressi del perfido per eccellenza, Lucifero” inizia il post, che poi analizza diverse fattispecie di tradimento, a partire da chi si approfitta dei benefattori (“i più ferali tra i traditori”), prima di passare alla “passione per il tradimento”. ““Per tradire tuttavia ci vuole molta passione, un carisma particolare, un trasporto amoroso peculiare che solo in pochi possono avere e che magari coltivano nel loro malavitoso orticello fatto di invidia, solitudine, malanimo”, riporta il post, prima di passare alla figura shakespeariana di Jago, personaggio di “Otello”. Un personaggio che incarna “il male per il male, il tradimento per il gusto di tradire, senza uno scopo se non quello di portare distruzione e rovina nella caso del nobile e leale Moro di Venezia”. Una figura “losca” ma “indispensabile” per “per inceppare il meccanismo normale della storia, facendola impennare verso dove il narratore intende portare il suo lettore”.

    Dopo aver citato nuovamente la Giudecca, la parte dell’Inferno di Dante riservata ai traditori dei benefattori, l’autore passa ai traditori seriali, come Uriah Heep, dal “David Copperfield” di Charles Dickens. “Mani sempre umide e appiccicaticce, che non guarda mai negli occhi il suo interlocutore, che si contorce e che alla fine, dopo avere carpito tutti i segreti del suo benefattore, ne diventa socio attraverso sempre il tradimento e il mescolamento delle carte”.

    Nonostante non sia mai citato esplicitamente, è evidente il riferimento all’ex capo politico del movimento, Luigi Di Maio, che poco più di una settimana fa ha ufficializzato l’uscita dal M5s, portando con sé più di un quarto dei parlamentari, per dare vita a una nuova formazione centrista. “Penso che in questo momento non possiamo inseguire il dibattito interno alle forze politiche”, ha detto oggi Di Maio rispondendo a una domanda riguardo il post. “Pensiamo alle priorità del Paese. A Grillo ho già risposto”. ha aggiunto il ministro degli Esteri, parlando con i giornalisti davanti alla Farnesina.

    “In un momento così difficile per l’Italia non si può proseguire a picconare il governo”, ha affermato definendo “surreale” il dibattito intorno alla presunta richiesta di rimuovere Giuseppe Conte dalla guida del movimento, che Mario Draghi avrebbe rivolto a Grillo. “È surreale che ci siano forze politiche che passino il tempo a parlare di se stesse anche nei giorni in cui il governo, al massimo livello, sedeva a un tavolo importantissimo”, ha aggiunto.

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