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    M5S, Grillo: “Ci trattano come appestati. Luigi Di Maio ‘a cartelletta’ cerca un posto alla Nato”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 23 Lug. 2022 alle 09:20

    In un breve video pubblicato sul suo blog il garante del Movimento 5 stelle plaude la linea dura e pura del partito uscito dalla legislatura in cui era entrato con oltre il 30 per cento di consensi con meno di 10 punti nei sondaggi. Beppe Grillo ribadisce l’importanza di difendere il limite dei due mandati e auspica che, prima che il Movimento muoia, possa diventare una legge di Stato, “la nostra luce nella tenebra”, insieme ad altre misure su cui puntare in campagna elettorale: legge elettorale proporzionale con lo sbarramento, la sfiducia costruttiva.

    “Non ci siamo riusciti – e mi sento colpevole anche io, ma abbiamo di fronte qualcosa di straordinario. Sono tutti contro di noi. Tutti, tutto l’arco costituzionale. Anche fisicamente, spostano lo sguardo o addirittura la direzione in cui camminano quando ti vedono, come se fossimo degli appestati. Anche i bulli della stampa e della tv. Benissimo, se il sistema reagisce così vuol dire che abbiamo ragione”.

    In questa fase di crisi Grillo richiama tutti alle origini, alla ragion d’essere di un Movimento che “non so se c’è o no, se è disintregato o quantico, ma so che non mi ha sconcertato Draghi ma la visione vecchia di quel Parlamento lì“. Un orgoglio di bandiera che separa anche il campo, chi da una parte e chi dall’altra.  Con Draghi c’era “gente da 30, 40 anni, e cominciavamo anche noi a essere dentro quella visione, e siamo il gruppo più giovane lì dentro”. “Quel Parlamento non lo merita nessuno, neanche l’ultimo degli italiani figurati Draghi”.

    Duro lo sfottò all’ex amico Luigi Di Maio. “Questi sconvolgimenti nel nostro Movimento, sparizioni e defezioni da una parte all’altra derivano da una legge innaturale, contro l’animo umano. C’è gente che entra in politica per diventare una cartelletta: ‘Giggino ‘a cartelletta’ adesso è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato e ha chiamato decine di cartellette che insieme a lui aspettano a loro volta di essera archiviate in un ministero.

    “Se dobbiamo morire – ribadisce il comico – non vorrei morire come una cartelletta ma nel senso di dire che noi siamo questi, questa dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L’Italia si merita una legge dei due mandati, che vieti i cambi di casacca, una legge elettorale proporzionale con lo sbarramento, la sfiducia costruttiva”.

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