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    Maggioranza in crisi, resa dei conti dopo la manovra. Conte: “A gennaio verifica di governo, il Paese vuole chiarezza”

    Per il premier Conte il punto con la maggioranza si deve fare "un minuto dopo l'approvazione della legge di bilancio". Il segretario dem Zingaretti punta sul cronoprogramma: "Lavoriamo all'agenda per il 2020"

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 9 Dic. 2019 alle 16:40 Aggiornato il 9 Dic. 2019 alle 16:46

    Governo, una verifica per la tenuta della maggioranza a gennaio 2020

    Il governo si dà appuntamento a gennaio 2020 per una “verifica”, una conferma sulla stabilità della maggioranza dopo la manovra economica. A garantirlo è il premier Giuseppe Conte.

    Bettini (Pd): “Non si può rimanere sospesi”

    La necessità di arrivare a una verifica di governo è stata esplicitata attraverso le parole del dirigente dem Goffredo Bettini ospite lunedì 9 dicembre a 24Mattino, su Radio24. “Non possiamo stare sospesi ogni giorno tra Di Maio e Renzi”, ha spronato l’ex senatore e parlamentare europeo che ha chiesto che il premier a gennaio sottoponga “l’esecutivo a una verifica”.

    Bettini è il maestro e “padre spirituale” di Zingaretti, ideatore del “modello Roma”. Ad agosto, in piena crisi di governo, dopo l’uscita a sorpresa di Matteo Renzi, è proprio lui a far cambiare idea al segretario dem sull’opportunità di non andare a voto e di allearsi invece con i Cinque Stelle. Sulle pagine del Corriere della Sera scriveva di andare oltre l’orizzonte renziano di un governo di transizione e “puntare invece su un vero e proprio patto di legislatura con i grillini”.

    Tre mesi dopo, eccolo di nuovo, Bettini, a muovere le fila del rafforzamento dell’accordo tra i Cinque Stelle e i Dem per il rilancio del governo, favorendo i contatti tra Zingaretti e Beppe Grillo anziché assecondare le liti di maggioranza.

    Gennaio, data importante

    Di fatto una verifica nella maggioranza a gennaio sul contratto di governo era stata fissata già il 23 novembre, quando Beppe Grillo aveva incontrato il leader M5s Luigi Di Maio a Roma per fare il punto sulla situazione politica.

    Il mese di gennaio non è casuale: domenica 26 è infatti il giorno delle elezioni in Emilia Romagna che, di fatto, sono un termometro a livello nazionale.

    Verifica del governo: un tagliando alla maggioranza

    L’ultimatum di Bettini è chiaro: “L’agenda o si approva, o non si approva“. Troppi scricchiolii, troppe liti. Serve un rilancio, ma prima ancora è necessario un tagliando. Approvata la manovra, Conte dovrà presentarsi ai partiti con un nuovo programma e verificare se la voglia di andare avanti c’è ancora, o non è meglio invece andare alle urne.

    Lo stesso presidente del Consiglio ha avallato lo schema-Bettini a margine di un convegno dell’Eni: “Un minuto dopo l’approvazione della legge di bilancio dovrà aprirsi la verifica di governo che è necessaria e che dovrà indicare un cronoprogramma fino al 2023”, ha detto il premier.

    “Il Paese chiede chiarezza – ha aggiunto il premier – non possiamo proseguire con dichiarazioni o differenti sensibilità, sfumature varie e diversità di accento”.

    Nonostante i continui scontri tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio, l’avvocato del popolo resta convinto di riuscire a portare la legislatura a termine fino al 2023: “Non dubito dell’impegno di tutti di arrivare fino a fine legislatura”, ha detto Conte.

    A far gola a Cinque Stelle e democratici potrebbe esserci l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Al Quirinale, dopo Sergio Mattarella, entrambi i partiti vedono di buon occhio Romano Prodi.

    Zingaretti d’accordo: “La nuova agenda deve riaccendere l’economia”

    La richiesta di verifica è ampiamente condivisa dal segretario dem, Nicola Zingaretti, che a sua volta ha chiesto su Facebook che si lavori quanto prima a una nuova Agenda 2020 “per riaccendere i motori dell’economia, per creare lavoro, per sostenere la rivoluzione verde, per rilanciare gli investimenti, per semplificare lo Stato, per sostenere la rivoluzione digitale, per le infrastrutture utili, per investire su scuola, università e sapere”.

    Insomma, Zingaretti è pronto a rimettere tutto in discussione: “Alleanza vuol dire condivisione e avere a cuore gli interessi dell’Italia”.

    Governo, gli snodi cruciali

    La confusione è all’apice e i partiti di maggioranza litigano a tutto campo, dal Mes alla prescrizione, dalle regionali alla fondazione Open.

    La quadra sembra essere stata trovata solo su uno dei maggiori punti di scontro tra Pd e M5S: la manovra 2020. Il 7 dicembre in una conferenza stampa il premier Conte ha annunciato le soluzioni messe in campo: scongiurata la recessione, azzerata la tassa sulle auto aziendali, rinviate plastic e sugar tax. “È una proposta di manovra molto articolata – ha annunciato il presidente del Consiglio – che rispetto al quadro iniziale, è una proposta molto efficace, è una proposta che ha sterilizzato l’aumento dell’Iva per 23 miliardi. E questa è la più importante misura che abbiamo dovuto affrontare, abbiamo scongiurato una imposizione sui consumi, che avrebbe prodotto una probabile recessione economica”.

    La prossima direzione al Nazareno

    Intanto, è stata convocata per venerdì 13 dicembre la direzione nazionale del Partito democratico al Nazareno. All’ordine del giorno la situazione politica e la valutazione sulle ipotesi di legge elettorale. Il tema delle nuove regole di voto ha visto una convergenza del leader di Italia Viva Matteo Renzi e del leader della Lega Matteo Salvini a favore di un proporzionale corretto. Quest’ultimo non ha escluso l’ipotesi di un voto anticipato qualora non si interrompano le fibrillazioni nella maggioranza.

    La vera bufera della maggioranza è quindi rimandata a gennaio, dopo le feste natalizie.

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