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    I numeri del possibile governo M5S-Lega

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 21 Mag. 2018 alle 18:45 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:23

    Movimento Cinque Stelle e Lega sono ormai vicini all’accordo definitivo su un governo comune: c’è il contratto di governo sul programma, c’è l’approvazione dei rispettivi militanti, e c’è l’accordo anche sul nome del presidente del Consiglio, il docente di diritto penale Giuseppe Conte. Ma in attesa dell’ufficialità della nascita di questo governo, quali sarebbero i numeri in parlamento di un esecutivo Movimento Cinque Stelle-Lega?

    Il 4 marzo 2018 i cinque stelle hanno ottenuto il 32,68 per cento dei consensi, correndo da soli e indicando Luigi Di Maio come candidato premier. La Lega, invece, ha partecipato alle elezioni in coalizione con il centrodestra: tutta l’alleanza ha ottenuto il 37 per cento dei voti, di cui il 17,37 preso dalla Lega. A livello di voti, dunque, Movimento Cinque Stelle e Lega rappresentano circa il 50 per cento dei consensi espressi alle elezioni.

    A livello di seggi, invece, alla Camera dei Deputati il Movimento Cinque Stelle ha conquistato 222 seggi, mentre la Lega ne ha ottenuti 125. In totale, dunque, la coalizione di governo sarebbe sostenuta da 347 seggi, 31 in più rispetto ai 316 necessari per avere una maggioranza.

    Al senato, invece, il margine è leggermente meno ampio. I pentastellati hanno infatti ottenuto in tutto 109 senatori, e la Lega ne ha invece 58: un totale di 166 membri su un totale di 320 membri contando sia gli eletti che i senatori a vita. Si tratta di una maggioranza di 5 seggi rispetto ai 161 richiesti per la maggioranza, ma il voto di almeno alcuni dei sei senatori a vita può sempre risultare determinante nell’arrotondare questa maggioranza.

    Questi numeri non tengono in ogni caso presenti eventuali sostegni di altre formazioni politiche o di singoli esponenti che potrebbero decidere di garantire il proprio sostegno al nuovo esecutivo. Per la stessa ragione, alcune forze politiche potrebbero invece decidere di astenersi, per non opporsi in maniera netta al governo.

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