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    Covid, governo diviso sulle norme anti-contagio: alla fine passa la linea dura di Speranza-Franceschini con la mediazione di Conte

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 11 Ott. 2020 alle 14:04

    Governo diviso sulle norme anti-Covid: passa la linea dura di Speranza e Franceschini

    Il governo si è diviso sulle norme anti-Covid da adottare nel Dpcm che verrà emanato forse già nella giornata di lunedì 12 ottobre. Lo rivela un retroscena del Corriere della Sera, secondo cui, alla fine, a “vincere” è stata la linea dura imposta dai ministri Speranza e Franceschini. La discussione è avvenuta nel pomeriggio di sabato 10 ottobre quando a Palazzo Chigi si è svolta una riunione tra il premier Conte, i capidelegazione della maggioranza, il ministro Francesco Boccia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Sin da subito, il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha convocato una riunione straordinaria del Comitato tecnico scientifico in programma domenica 11 ottobre alle 15, e il ministro nonché capo delegazione del Pd Dario Franceschini hanno pressato Conte per adottare misure più stringenti, tra cui la chiusura dei locali alle 23 e non alle 24 come poi è stato deciso nel vertice.

    La linea dura, però, non è stata subito sposata dal premier Conte, preoccupato, secondo i presenti, di licenziare al più presto il Dpcm senza perdere tempo. La riunione, addirittura definita da alcuni dei partecipanti “fantozziana” e “surreale”, ha quindi visto il premier vestire, come spesso gli accade, i panni del mediatore, facendo passare di fatto la linea dettata dal duo Speranza-Franceschini. Tra i più restii ad accettare le nuove misure anti-contagio, infatti, c’era il ministro di Italia Viva Teresa Bellanova, la quale si sarebbe detta scettica soprattutto sulle norme anti-movida. “Ma perché invece di considerare la movida un problema non facciamo una grande campagna di comunicazione rivolta ai giovani. Facciamoceli alleati, non mostriamoci punitivi” avrebbe affermato la Bellanova. Dopo tre ore di discussioni, ripensamenti e preoccupazioni, però, la linea rigorista avrebbe avuto la meglio anche grazie all’appoggio di un altro ministro, il titolare del dicastero della Giustizia Alfonso Bonafede e si sarebbe tramutata nelle norme, che dovrebbero essere emanate già nella giornata di lunedì 12 ottobre dal Consiglio dei Ministri.

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