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    Governo, Di Battista: “Di Maio? Nessuno ha mai mentito come lui. Del Paese non gliene frega niente”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 18 Lug. 2022 alle 10:41 Aggiornato il 18 Lug. 2022 alle 10:44

    “Non devo difendere il Movimento 5 Stelle (figuriamoci, nell’ultimo anno e mezzo è indifendibile, dal “Draghi è grillino” in poi è stato un suicidio continuo) tuttavia amo difendere la verità. È evidente che Draghi si sia stancato di fare il Presidente del Consiglio. In realtà non l’ha mai voluto fare. Accettò sperando di diventare presto Presidente della Repubblica. Ora prende la palla al balzo per andarsene”: sono le parole con cui l’ex M5S Alessandro Di Battista ha commentato la crisi innescata dal mancato voto dei senatori grillini sul dl aiuti e le conseguenti dimissioni di Mario Draghi.

    Secondo Di Battista, se il premier volesse restare in carica, ci sarebbero tutte le condizioni per farlo, dal momento che gode ancora della fiducia in Parlamento. “Se Draghi davvero lo volesse avrebbe numeri schiaccianti”, ha detto in un filmato condiviso su Youtube. Duri gli attacchi all’ex alleato di partito e amico Luigi Di Maio.

    A Di Maio del Paese non frega più niente da anni Di Maio oggi fa il giro delle sette chiese terrorizzando i cittadini italiani. Negli ultimi anni ha cercato di entrare nei salotti che contano. Un tempo lo chiamavano bibitaro, ora fanno a gara per elogiarlo e lui si sente realizzato. Un tempo, almeno mi diceva, li schifava quei salotti”, ha dichiarato Di Battista nel video.

    L’ex grillino ha criticato anche la scelta del ministro degli Esteri di creare una formazione alternativa al M5s: “Dovrebbe sbrigarsi a creare questa Democrazia Cristiana 2.0. Il suo terrore è reale, senza essere ministro degli Esteri non avrebbe un potere personale ed è questo che lo tiene in vita visto che non ha più consenso. Ha mentito così tante volte come nessuno nella storia repubblicana”, ha aggiunto Di Battista, che secondo qualcuno potrebbe rientrare nel Movimento, facendo guadagnare ai pentastellati qualche punto nei sondaggi, qualora i grillini decidessero definitivamente di staccarsi dall’esecutivo guidato dall’ex Bce.

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