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    M5S, l’espulsa Gloria Vizzini a TPI: “Il Movimento è sottomesso a Salvini”

    Gloria Vizzini
    Di Fabio Salamida
    Pubblicato il 3 Lug. 2019 alle 16:17 Aggiornato il 3 Lug. 2019 alle 16:30

    Gloria Vizzini e Veronica Giannone non sono più deputate del Movimento 5 Stelle.

    Alle 20.58 di lunedì 1 luglio un post sul blog del Movimento motivava così la le due espulsioni: “Questa decisione è stata presa a seguito delle segnalazioni delle ripetute violazioni dello Statuto e del Codice Etico del MoVimento 5 Stelle e dello Statuto del Gruppo Parlamentare del MoVimento alla Camera. Risultano gravissime le assenze alle votazioni finali di vari provvedimenti fondamentali, condivisi e sostenuti dal nostro Gruppo Parlamentare”.

    E ancora: “A questo si aggiungono le votazioni in difformità dal Gruppo di numerosi emendamenti contrari alla linea politica del Movimento e per le quali entrambe hanno ricevuto un richiamo formale, la partecipazione in conferenze stampa gravemente lesive dell’immagine del MoVimento, oltre che la mancata restituzione forfettaria dal mese di ottobre 2018 a cui sono tenuti per regolamento tutti i parlamentari eletti del MoVimento 5 Stelle”.

    Accuse a cui Veronica Giannone ha risposto qualche ora dopo con una breve dichiarazione rilasciata alle agenzie: “Non ho ricevuto nessuna notifica d’espulsione da parte del Movimento, neanche un messaggio. Quanto è stato scritto sul blog sono le solite bugie. Sono pronta a smentirli”.

    Chi invece ha voglia di parlare è l’amica e collega Gloria Vizzini, deputata siciliana che ha voluto raccontare le modalità dell’espulsione e la vita all’interno del partito di Di Maio.

    “All’inizio – spiega a TPI – arrivano alcune avvisaglie. Ad esempio leggi sul giornale che c’è stata una riunione del direttivo e si è deciso di far fuori dei deputati, poi cominciano a circolare i nomi, poi il deputato di zona fa una battuta e ti viene riportata. Capisci che è finita quando vieni bannata da tutti i canali Telegram e da tutte le chat di Whatsapp. A questo punto spero che mi cancellino anche dall’Associazione Rousseau”.

    Niente comunicazioni ufficiali, nessuna possibilità di rispondere alle accuse mosse. Nel Movimento 5 Stelle quando si viene “bannati” sembra non ci sia nulla da fare, a meno di non chiamarsi Giulia Sarti e non avere la passione per telecamere di sorveglianza.

    Alle due neo-espulse è stato dato il benservito in poche ore e senza preavviso: “Ci hanno dato motivazioni generiche a voce – racconta l’ormai ex grillina – dalla violazione dello statuto alle ‘conferenze stampa non autorizzate’. In realtà ne abbiamo fatta una sola giovedì scorso ed era sul 5G: abbiamo detto semplicemente che pur non essendo contro la nuova tecnologia secondo noi andava fatta un’indagine epidemiologica. L’hanno usata come pretesto per cacciarci”.

    Mentre cammina per il corridoio dei passi perduti Gloria Vizzini ha un’espressione rilassata, quasi fosse evasa da una prigione di cristallo. Regala sorrisi e fugaci gesti di affetto ai colleghi che la salutano e le esprimono la loro solidarietà, non prima di essersi guardati più volte intorno.

    Nel partito dei “cittadini onesti” ogni iniziativa personale dei deputati non è ammessa, i rappresentanti del popolo sono ridotti a dei pigiabottoni senza identità.

    “Le prerogative parlamentari – spiega ancora Vizzini – sono costantemente messe sotto i piedi. Non è possibile scrivere emendamenti perché ti dicono che si mette in difficoltà la maggioranza. Se provi a proporli ti dicono: ‘Abbiamo trovato la quadra, e tu rovini la quadra’, ‘che vuoi far cadere il Governo?’, ‘così provochi la Lega…’. In aula non si possono fare interventi ‘perché si allunga il discorso’, ‘perché le opposizioni li prendono come pretesto per fare ostruzionismo’. Ma un legislatore che non può svolgere le sue funzioni a cosa serve?”

    “E ancora: non si possono mandare comunicati stampa, tutto deve passare per il famigerato ufficio comunicazione. Si possono scrivere post su Facebook per fare da cassa di risonanza a quello che dicono i capi. Praticamente il ruolo del portavoce è quello di stare sui social e basta. Ovviamente anche le nostre pagine sono controllate. Tutto questo è molto frustrante; io da insegnante mi sentivo molto più libera di esprimere le mie opinioni che da parlamentare della Repubblica. All’interno del gruppo molti soffrono in silenzio. Molti non dicono nulla, alcuni ogni tanto ci provano con delle mezze frasi, ma c’è un malessere che prima o poi uscirà fuori”.

    Il rapporto con la Lega è il vero grande incubo di Di Maio e dei suoi; ai gruppi parlamentari è imposto il silenzio e – di fatto – la sottomissione totale all’alleato di Governo.

    Tutti sanno che in caso di elezioni anticipate oltre la metà degli attuali deputati e senatori non riavrà l’amato scranno: “Nell’ultima riunione dei gruppi – racconta Gloria Vizzini – mi hanno riferito che i capigruppo ci hanno detto di non provocare la Lega perché Salvini vuol far cadere il Governo e non dovevamo dargli argomenti. Risposi che ciò voleva dire che dovevamo votare quella schifezza del Decreto Sicurezza Bis senza fiatare”.

    La deputata aderirà nelle prossime ore al gruppo misto e già sia aspetta la consueta gogna mediatica: “Ho ricevuto molti messaggi di apprezzamento su Whatsapp, anche da persone del Movimento. Nelle prossime ore mi aspetto la solita valanga si insulti sui social, purtroppo fa parte del gioco, d’altronde è su quello che devono spingere dato che non hanno altri argomenti”.

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