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    Giorgia Meloni, la prima donna premier in Italia

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 21 Ott. 2022 alle 17:29

    Per la prima volta in Italia, dopo 30 uomini, a presiedere il Consiglio dei ministri sarà una donna: Giorgia Meloni ha accettato il mandato a formare un governo conferitole da Sergio Mattarella e insieme agli alleati della coalizione di centrodestra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi guiderà il nuovo esecutivo a Palazzo Chigi in base a un accordo pre-elettorale con i leader della Lega e di Forza Italia che prevedeva che chi avesse preso “un voto in più” degli altri all’interno del sodalizio avrebbe indicato il premier. Giorgia Meloni è donna, ma non si è mai dichiarata “femminista”, come fatto ad esempio da un’altra leader di destra in Europa che come lei ha sfiorato il successo elettorale, Marine Le Pen, sconfitta da Emmanuel Macron al ballottaggio per le presidenziali francesi.

    E in molti fanno notare la contraddizione del suo governo, guidato da una donna ma apparentemente disinteressato alla parità di genere. È trapelata ad esempio la volontà del nuovo esecutivo di scorporare il Ministero delle Pari opportunità e della Famiglia, tenendo indipendente la seconda delega e incorporando la prima nei compiti di Affari giovanili e Sport. Fu Mattarella a volere l’accoppiamento, intuendo che in questo modo si potesse portare avanti la parità di genere attraverso le politiche familiari per abbattere le discriminazioni, che ancora oggi purtroppo esistono e fanno sì che una donna debba scegliere se essere lavoratrice o madre.

    Al governo, Meloni, c’è già stata: nel 2008 fu nominata ministra per la Gioventù nel quarto governo Berlusconi, la più giovane nella storia dell’Italia repubblicana. Fu il coronamento di un percorso cominciato con la militanza nel Fronte della gioventù del Movimento Sociale Italiano, passato poi per l’elezione a consigliere provinciale a Roma e a deputata per Alleanza Nazionale. Dopo una parentesi al Popolo della Libertà, fonda nel 2012 Fratelli d’Italia assieme a Guido Crosetto, Ignazio La Russa e altri provenienti da AN, PdL e MSI. In dieci anni la porta ad essere prima forza del Paese, dopo essere stata da sola all’opposizione del governo Draghi monetizzando in consensi elettorali l’avversione alla super maggioranza che appoggiava l’ex presidente della Bce.

    Questa mattina era l’unica donna della delegazione di centrodestra che ha incontrato questa mattina Sergio Mattarella oltre a Licia Ronzulli, “pedina” di Berlusconi nella partita sui ministeri: anche se era lei a parlare ai microfoni con la stampa in quanto premier in pectore, la materia politica che le ruota intorno non pare intenzionata a porre al centro dell’agenda le questioni di genere. Dato che si riflette anche nell’arco parlamentare, il più “maschile” da venti anni a questa parte: nella diciannovesima legislatura ci saranno infatti meno donne rispetto alla precedente: dal 35% del 2018 al 31% di oggi.

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