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    Ministro Fioramonti: “Aumentiamo l’Iva alla Coca Cola e diamo 100 euro in più ai professori”

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 14 Ott. 2019 alle 11:18

    Ministro Fioramonti: “Aumentiamo l’Iva alla Coca Cola e diamo 100 euro in più ai professori”

    Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti torna a lanciare le sue provocazioni in materia di scuola. In un’intervista a Repubblica il ministro spiega che i tre miliardi di euro per la scuola e l’università saranno recuperati attraverso la rimodulazione dell’Iva. “Le faccio un esempio. Perché la Coca Cola venduta nei distributori automatici deve avere un’Iva agevolata al 10 per cento? È una bevanda non certo salutare né di prima necessità. Ecco, rimodulando l’imposta sulle bibite che si vendono nelle macchinette, sul cosiddetto junk food e sul cibo di lusso si fa un’operazione di salute, si trovano risorse interessanti per l’istruzione, si possono detassare altri beni necessari e sani”, spiega Fioramonti.

    Il ministro dell’Istruzione racconta poi di essere molto in sintonia con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

    Ma non solo di merendine ipercaloriche si occupa il ministro, che si definisce un progressista che può piacere anche alla destra sovranista. Un punto importante della sua intervista riguarda il mondo dei docenti. “Il Salvaprecari è stato trasformato in un Salvascuola. Abbiamo avviato un concorso ordinario e uno straordinario per i docenti, semplificato le assunzioni dei dirigenti scolastici, regolarizzato il percorso di un esercito di amministrativi. Sul sostegno abbiamo trovato cinque milioni. Da settembre 2020 avremo una scuola meno precaria e in tempi brevi ridurremo i supplenti da 170 mila a 100 mila”, spiega il ministro.

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    Fioramonti guarda alla legge di stabilità, e assicura che gli stipendi degli insegnanti, i più bassi d’Europa, saranno aumentati di almeno 100 euro lordi.

    Il ministro passa poi a parlare della questione abilitazione degli insegnanti, su cui lavorerà nei primi mesi del 2020. Non condivide la linea del precedente governo che aveva aperto i concorsi per l’insegnamento ai neolaureati senza formazione: “Serve essere formati, ma non deve essere un percorso a ostacoli più complesso di quello universitario”, sottolinea.

    Fioramonti vuole inoltre sperimentare, ma mette in guardia: “Se sperimenti in un mondo che non ha carta igienica per i bagni e lavagne multimediali in classe non fai che aumentare le disuguaglianze”.

    “Per l’arruolamento di ricercatori e docenti vorrei introdurre un sistema doppio: metà dei posti riservati a concorsi nazionali pubblici credibili e l’altra metà per chiamate dirette di cui gli atenei si assumeranno tutte le responsabilità per i successi o i fallimenti dei prescelti”, conclude.

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