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    TPI intervista Elly Schlein, campionessa di preferenze in Emilia-Romagna: “Vi racconto la nuova sinistra che può battere Salvini”

    Elly Schlein, 34 anni. Credit: Facebook
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 30 Gen. 2020 alle 16:58 Aggiornato il 30 Gen. 2020 alle 17:32

    Elly Schlein è la figura politica che esce prepotentemente dalle ultime elezioni regionali in Emilia-Romagna. I suoi 22.098 voti complessivi tra le province di Bologna, Reggio Emilia e Ferrara (record di questa tornata elettorale) l’hanno rilanciata sul piano nazionale e ora sono in molti a essersi accorti di lei. L’ex europarlamentare del Pd (poi con Giuseppe Civati in Possibile, da cui si è allontanata qualche mese fa) si è distinta per competenza e per chiarezza delle idee. TPI l’ha intervistata.

    Elly Schlein, una domanda che si fanno un po’ tutti: in Emilia-Romagna è una vittoria del Pd? Di Bonaccini? Dei movimenti? Delle Sardine? O è una sconfitta dell’infantilismo salviniano?

    È la vittoria di una coalizione ampia e plurale con un forte riconoscimento a Bonaccini dimostrato anche dal voto disgiunto e dal voto al solo presidente. È una vittoria facilitata dal risveglio di un senso di comunità a cui hanno contribuito in modo straordinario le belle manifestazioni delle Sardine. Dentro questa vittoria fa piacere che Emilia Romagna Coraggiosa (la lista in cui Elly era candidata, nda), nonostante il nome e il simbolo nuovo e le poche settimane a disposizione per la campagna elettorale e la poca visibilità, sia riuscita ad avere il 4 per cento dei consensi che ci permette di eleggere due consiglieri che saranno determinanti per nuovi equilibri di maggioranza e quindi ci permetterà di incidere.

    È anche una sconfitta della Lega e di Salvini considerando che hanno perso circa 70.000 voti dalle ultime europee, dovuta al fatto che abbia fatto una campagna aggressiva e prepotente senza capire questo territorio: l’emiliano-romagnolo è una persona severa, che non fa sconti a nessuno. Non si possono banalizzare le questioni o cercare di spettacolarizzare alcune realtà per il proprio consenso. Le persone cercano risposte concrete. Temi come quello della sanità e del trasporto pubblico locale e l’inquinamento hanno bisogno di risposte che Salvini non ha dato.

    Ora tutti ai piedi di Elly, ma prima c’è stato il tuo prezioso lavoro da europarlamentare.

    Fa sicuramente piacere tutto questo interesse e soprattutto l’iniezione di fiducia di queste 22mila preferenze. Penso che quei voti siano il segno del riconoscimento di un lavoro fatto in questi anni, quando tornavo ogni settimana da Bruxelles per spiegare come le decisioni prese in Europa incidevano sulla vita dei cittadini. Questo filo costante ha creato la voglia di impegnarsi in un lavoro collettivo e questo impegno si è tramutato in voti alla lista e a me. È chiaro che in questi anni ho lavorato a testa bassa a Bruxelles lontano dai riflettori perché è così che intendo il mio lavoro di rappresentanza. Altri sono mancati ai tavoli fondamentali in Europa e hanno preferito stare tutto il tempo in televisione. Non sono fatta così, e credo che questo risultato dia speranza a tante persone che in questi anni si sono allontanate dalla politica: quelle preferenze sono la dimostrazione che esiste un altro modo di fare politica.

    Può essere linizio della fine di Salvini o è solo un inciampo?

    Può essere l’inizio della fine di una fase in cui Salvini è stato protagonista (anche mediatico). A questo hanno contribuito anche le Sardine, che hanno dimostrato che se ci stringiamo siamo di più, siamo una maggioranza più silenziosa e che non vomita odio e intolleranza e che non minaccia. Non va sottovalutato, comunque, che la Lega qui abbia preso moltissimi voti anche perché ha sollevato criticità che ci sono e vanno affrontate: Salvini punta il dito sul disagio, alimenta paure delle persone che non vanno banalizzate e sottovalutate. Noi dobbiamo dare le soluzioni che Salvini non è capace di dare.

    Lo schema emiliano è uno schema ripetibile a livello nazionale? Come?

    È presto per dirlo. Tutti i contesti sono diversi. Ma da qui si può trarre una speranza: questa destra che sembrava imbattibile si può battere con candidature credibili e con un progetto alto. Bisogna costruire una visione condivisa per il futuro della società. Può essere anche un segnale di speranza per la sinistra: la sinistra, se si rinnova e supera le frammentazioni, può tornare a contare e può rimotivare gli elettori. Io non avevo mai visto una lista fatta così, senza quote di partiti ma trovando in ogni collegio le persone più credibili nei diversi temi.

    La senti la responsabilità di essere indicata come protagonista nazionale?

    Fa piacere ma non possiamo sostituire il modello dell’uomo solo al comando con la donna sola al comando. Sono abituata a lavorare in squadra, continuerò a farlo. Ci sono tante competenze e persone in gamba impegnate in politica: dobbiamo fare rete e valorizzare tutti.

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