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    Elio Vito lascia Forza Italia e si dimette da deputato: “Gravi gli elogi a Putin e l’apparentamento con Casapound”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 19 Giu. 2022 alle 17:24

    Elio Vito lascia Forza Italia e si dimette da deputato: “Gravi gli elogi a Putin e l’apparentamento con Casapound”

    Elio Vito ha deciso di lasciare Forza Italia e di dimettersi da deputato. Lo ha annunciato oggi in una lettera inviata al presidente della Camera Roberto Fico.

    “Signor presidente della Camera dei deputati, a seguito delle mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare”, ha detto oggi Vito, che da tempo criticava lo slittamento a destra del partito fondato da Silvio Berlusconi.

    “Già in occasione del voto di Forza Italia al Senato che determinò il non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan, e del vergognoso applauso che lo accompagnò, lasciai i miei incarichi di partito”, ha ricordato l’ex radicale, che ha poi citato le parole rivolte dal Cavaliere a Vladimir Putin e la decisione di apparentarsi con Casapound a Lucca nel ballottaggio del prossimo 26 giugno. “Due cose molto gravi che mi rendono impossibile continuare a militare in Forza Italia”, ha detto nella lettera.

    Secondo Vito, da una parte le affermazioni di Berlusconi sull’aggressione russa dell’Ucraina “sono state formalmente di condanna” dall’altra “sono state elogiative di Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia”.

    “L’antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga”, ha detto Vito riguardo l’apparentamento a Lucca con Casapound. “Soprattutto in questo momento storico, quando sono tornati gravi episodi di violenza squadrista”, ha aggiunto Vito, che di Forza italia era stato capogruppo per ben sette anni, dal 2001 al 2008.

    “Forza Italia in questi ultimi mesi ha messo in atto e promesso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali o politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti e preferenze”, ha sintetizzato.

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