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    Droga, Draghi dà la delega all’antiproibizionista Fabiana Dadone. L’ira di Giorgia Meloni

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 4 Apr. 2021 alle 10:48 Aggiornato il 4 Apr. 2021 alle 16:38

    Droga, Draghi dà la delega all’antiproibizionista Fabiana Dadone. L’ira di Giorgia Meloni

    Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affidato la delega alle politiche contro la droga alla ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, del Movimento 5 Stelle. La scelta del premier ha scatenato l’ira del centrodestra, in particolare di Fratelli d’Italia, che sta all’opposizione, e di Forza Italia, che invece fa parte della maggioranza di governo. Sul tema della droga, infatti, Dadone, è dichiaratamente schierata su posizioni antiprobizioniste.

    Leggi anche: Chi è Fabiana Dadone e cosa pensa della legalizzazione della cannabis

    Va all’attacco in particolare la leader di Fratelli d’Italia (FdI), Giorgia Meloni: “Per anni FdI ha chiesto l’assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell’emergenza droga, ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis”.

    Meloni si rivolge ai colleghi del centrodestra – Lega e Forza Italia – che sostengono il Governo Draghi “affinché si facciano sentire con decisione”. Fratelli d’Italia, assicura, “lo farà dall’opposizione perché su questi temi non sono accettabili cedimenti e compromessi al ribasso”.

    L’appello è raccolto da Forza Italia, con il capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto, che definisce “curioso” il fatto che la delega sulla droga sia stata affidata a un ministro “dichiaratamente antiproibizionista”. Occhiuto chiede a Dadone chiarimenti “tempestivi e inequivocabili sulle linee guida che intende portare avanti”.

    Più duro l’affondo del senatore azzurro Maurizio Gasparri: ““Draghi se lo metta bene in testa. Forza Italia non può condividere nessuna scelta azzardata. Sulle droghe servono politiche di contrasto, di prevenzione e di recupero, non certo politiche di apertura o di resa. Un governo che andasse avanti in questa direzione sarebbe un governo morto”.

    Meno minacciosi i toni della Lega: “Il governo ha come priorità di occuparsi di vaccini, ristori, partite Iva e riaperture. Per noi la droga equivale a morte e drammi in famiglia”, spiegano i capigruppo Molinari e Romeo. “La Lega è per la vita e lavora senza sosta concretamente per uscire dalla crisi sanitaria ed economica provocata dalla pandemia”.

    Droga, Dadone antiproibizionista

    In tema di politiche al contrasto della droga, la ministra Fabiana Dadone è una convinta antiproibizionista. Durante la sua prima esperienza da deputata, nella 17esima legislatura, è stata co-firmataria di una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis.

    Nel 2015 su Facebook criticava il leader della Lega, Matteo Salvini, favorevole alla legalizzazione della prostituzione e contrario a quella delle droghe leggere: in quel post Dadone sosteneva che la legalizzazione della cannabis contribuirebbe a contrastare i traffici illeciti di sostanze stupefacenti.

    Sempre su Facebook, nel 2017, puntava il dito contro il Pd per aver affossato la legge per la legalizzazione della cannabis proposta fra l’altro da un suo deputato, Roberto Giachetti (oggi passato a Italia Viva).

    Cuneese, 37 anni, Dadone è un’attivista M5S della prima ora. Eletta deputata a 29 anni nel 2013, dal settembre 2019 al gennaio 2021 è stata ministra della Pubblica Amministrazione. Con l’insediamento del Governo Draghi le è stato affidato invece il ministero delle Politiche giovanili e, ora, la delega alle politiche contro la droga.

    Leggi anche: New York legalizza la marijuana. Addio alla “War on Drugs”

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