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    Draghi si è preso il parlamento: ora i partiti non hanno più potere di veto

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 23 Mar. 2021 alle 09:10 Aggiornato il 23 Mar. 2021 alle 09:12

    Enrico Letta che cerca di risalire la china dei disastrosi sondaggi Pd attaccando Matteo Salvini, il leader della Lega che non smette di parlare e parlare per non finire stritolato nella tenaglia Giorgetti-Meloni, Matteo Renzi che prova a rilanciare il suo partitino solleticando il Partito democratico sul riformismo, Beppe Grillo novello messia che stavolta se ne esce con le sue “tavole” della comunicazione (e appena Conte si sarà insediato al vertice del Movimento c’è da scommettere che anche lui comincerà a sgomitare alla ricerca del suo quarto d’ora di visibilità).

    Mario Draghi lo aveva previsto: “Presto o tardi i partiti della maggioranza cominceranno a sgomitar ma so come fare”, questi erano i ragionamenti che circolavano nelle scorse settimane a palazzo Chigi. In particolare, l’obiettivo concordato con il Colle (a proposito: i due, Draghi e Mattarella, sempre in grande sintonia hanno avuto riservatamente un ampio scambio di vedute – di cui la grande stampa non ha parlato – anche recentemente, in occasione dello stop europeo ad AstraZeneca) era quello di allargare al massimo la maggioranza per diluire il più possibile le differenze interne (anche da qui è passata la scelta di far entrare la Lega a tutti i costi) ma soprattutto per togliere il potere di veto dalle mani dei partiti (Do you remember Renzi?) e, alle brutte, poter attuare la vecchia ma sempre buona politica dei due forni come già anticipò TPI.

    Ecco perché ora le schermaglie tra partiti a palazzo Chigi non fanno paura: “Cercano solo visibilità perché sanno benissimo che in una maggioranza così ampia nessuno di loro ha un reale potere di veto o di incidere realmente” spiegano compiaciuti. Insomma, sgomitate quanto vi pare tanto alla fine comanda Draghi (e il Quirinale).

    P.S.: a proposito: i soliti bene informati giurano che ieri, durante l’incontro con Enrico Letta, Mario Draghi abbia fatto presente all’interlocutore che non è il caso di tirare troppo la corda con le battaglie identitarie. Anche per lui vale quanto già detto a Salvini…

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