Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    “Blindare il reddito di cittadinanza”: l’asse tra Draghi e il mondo cattolico

    Credit: Comunità San'Egidio
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 15 Nov. 2021 alle 17:54

    “Blindare il reddito di cittadinanza”: l’asse tra Draghi e il mondo cattolico

    Nei giorni in cui si discute della manovra finanziaria e delle norme contenute in essa, il mondo cattolico incontra il premier Mario Draghi con l’obiettivo di tutelare i più deboli anche attraverso la conferma del reddito di cittadinanza, la misura voluta dal Movimento 5 Stelle al centro di una disputa politica all’interno della maggioranza con alcuni dei partiti che compongono la maggioranza che spingono per cancellare la norma.

    Come ricostruito da La Stampa, infatti, il premier Draghi lo scorso 10 novembre si è recato in visita alla sede della Comunità di Sant’Egidio, a Roma, per un colloquio privato e non istituzionale.

    All’incontro erano presenti Andrea Riccardi, fondatore della Comunità, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, Daniela Pompei, responsabili per i servizi ai migranti e per i corridoi umanitari di Sant’Egidio, Monsignor Paglia, Antonio Funiciello, capo di gabinetto di Mario Draghi, e Mario Giro, viceministro degli affari esteri nei governi Renzi e Gentiloni.

    Al centro del colloquio, così come si legge sul sito della Comunità, “le conseguenze sociali della pandemia e le possibili risposte per farne fronte, il sostegno alla popolazione anziana e, sul tema dell’immigrazione, il modello dei corridoi umanitari”.

    E proprio il reddito di cittadinanza è considerato dalla Comunità di Sant’Egidio come uno strumento fondamentale per combattere la povertà.

    “Noi siamo favorevoli – dichiara Marco Impagliazzo – A nostro avviso non è vero che chi lo percepisce poi non va a lavorare. Anche i dati americani dicono la stessa cosa su tutti coloro che hanno ricevuto sussidi”.

    Una posizione condivisa anche dal premier, secondo cui lavoro e reddito non devono necessariamente dipendere l’uno dall’altro.

    “Bisogna spingere politiche di incremento dell’occupazione, ma senza collegarle immediatamente al sussidio” ha aggiunto Impagliazzo.

    Al centro del colloquio, oltre la questione migranti, anche le conseguenze sociali della pandemia con il presidente del Consiglio che ha voluto sapere come andavano le cose dal punto di vista dell’assistenza dopo l’allarme lanciato proprio dalla Comunità di una richiesta sempre più crescente di aiuto dopo l’inizio dell’epidemia di Covid.

    “Abbiamo spiegato al presidente che ora le cose vanno meglio – spiega Impagliazzo – Nell’ultimo periodo i nostri centri di distribuzione di cibo e aiuti agli indigenti registrano una diminuzione di richieste pari almeno al 40%”.

    Questo perché “la gente è tornata a lavorare, soprattutto chi aveva contratti precari” anche se la crisi non è finita soprattutto per i più giovani costretti, secondo Impagliazzo, “a un futuro incerto dopo un vuoto di relazioni scolastiche lungo mesi”

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version