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    Draghi difende Meloni e attacca Germania e Ue: “Se andiamo in recessione sarà colpa vostra”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 8 Ott. 2022 alle 10:05

    Draghi contro Germania e Ue: “Se andiamo in recessione sarà colpa vostra”

    È un Mario Draghi descritto come “furioso” contro Germania e Europa quello che è intervenuto al Castello di Praga, dove si è svolto il vertice Ue, il suo penultimo da premier.

    Il prossimo è in programma il 20 e 21 ottobre e sarà l’ultima occasione, almeno per l’attuale presidente del Consiglio, per varare il price cap sul gas. Subito dopo, infatti, il Capo dello Stato Sergio Mattarella dovrebbe conferire l’incarico a Giorgia Meloni.

    Le posizioni tra i Paesi Ue, però, sono ancora distanti, motivo per cui Draghi avrebbe perso la pazienza: “Stiamo discutendo di gas da sette mesi. Abbiamo speso decine di miliardi dei contribuenti europei, serviti a foraggiare la guerra di Mosca e non abbiamo ancora risolto nulla. Se non avessimo perso così tanto tempo ora non ci troveremmo sull’orlo della recessione”.

    “Non l’abbiamo mai visto così duro” avrebbero rivelato i presenti secondo un retroscena de La Stampa.

    Le critiche del premier sarebbero state rivolte a Ursula von der Leyen, al cancelliere della Germania Olaf Sholz e al premier olandese Mark Rutte, i quali, secondo Draghi, avrebbero rotto il fronte della solidarietà europea, soprattutto dopo la decisione di Berlino di varare un maxi-piano da 200 miliardi contro il caro-energia.

    “Cosa dovrebbe fare adesso Giorgia Meloni?” avrebbe dichiarato il presidente del Consiglio sottolineando che l’Italia, dopo aver speso 60 miliardi in aiuti, non avrebbe spazio per altro deficit.

    Secondo Draghi, il presidente russo Putin “sta scientemente mettendo in difficoltà l’Europa sul gas per alimentare tensioni sociali, costruire consenso e spaccare l’Unione”.

    E ci sta riuscendo, è il ragionamento dell’ex presidente Bce, il quale ha sottolineato che il Vecchio Continente è sull’orlo della recessione proprio per colpa delle divisioni all’interno della comunità europea.

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