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    Desaparecidos, Nordio nega l’estradizione di don Reverberi in Argentina

    Il sacerdote è accusato di aver compiuto diversi reati durante la dittatura militare al potere dal 1976 al 1983. Secondo i sopravvissuti, assisteva alle torture armato di una Bibbia e, a volte, vestito in tonaca

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 12 Gen. 2024 alle 17:36 Aggiornato il 12 Gen. 2024 alle 17:41

    Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto la richiesta di estradare in Argentina don Franco Reverberi, il sacerdote della diocesi di Parma indagato per complicità in crimini contro l’umanità compiuti durante la dittatura militare al potere dal 1976 al 1983, malgrado la precedente pronuncia favorevole della Cassazione.

    La notizia è stata rilanciata dall’associazione 24marzo.it, che si batte per avere giustizia per i desaparecidos, secondo cui il ministro ha respinto la richiesta “per motivi di salute”. Così il sacerdote di Sorbolo (PR) non sarà consegnato alle autorità argentine.

    “La Corte di Cassazione nell’ottobre scorso, recependo le argomentazioni dell’avvocato Arturo Salerni, legale dell’ambasciata argentina in Italia, aveva confermato la decisione della corte di appello di Bologna respingendo il ricorso contro l’estradizione presentato dalla difesa del sacerdote”, ha ricordato la onlus sui social. “Il ministro Nordio aveva 45 giorni di tempo per confermare o meno la decisione. Ebbene, l’ha respinta”.

    Ex cappellano militare a Mendoza, Reverberi è ricercato dalla giustizia argentina dal 2012, ma l’anno prima il sacerdote si era trasferito in Italia grazie al doppio passaporto. L’87enne è accusato di essere coinvolto, tra l’altro, nella scomparsa e nell’omicidio dell’allora ventenne Josè Guillermo Beron, avvenuto nel 1976 e tuttora desaparecido. Inoltre, secondo le autorità argentine, Reverberi avrebbe assistito a numerose torture a cui venivano sottoposti gli oppositori politici arrestati dal regime di Videla, prima di essere uccisi e fatti scomparire, nel centro di detenzione clandestino noto come “La Departamental”, che operava presso la sede dei tribunali di San Rafael.

    Lì, secondo i racconti dei sopravvissuti citati dal quotidiano argentino Clarin, Reverberi assisteva alle sessioni di tortura, a volte vestito con una tonaca, altre in tenuta militare, armato di una Bibbia.

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