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    “Orario di lavoro ridotto e paghe più alte aumentano la produttività”: la proposta di legge del sociologo De Masi e di Nicola Fratoianni

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 26 Set. 2019 alle 12:33 Aggiornato il 26 Set. 2019 alle 12:45

    “Orario di lavoro ridotto e paghe più alte aumentano la produttività”: il sociologo De Masi

    Il sociologo Domenico De Masi e Nicola Fratoianni (Leu) hanno presentato ad aprile scorso una proposta di legge in Parlamento sul tema del lavoro: chiedono un modello di produzione diverso, fatto di paghe più alte e orario ridotto. Il professor Domenico De Masi è intervenuto ai microfoni dell’emittente dell’Università Niccolò Cusano per spiegare la sua idea.

    Meno lavoro a parità di salario, questo in sintesi il contenuto del progetto di Legge: “Nel 1891 gli italiani erano 40 milioni, si lavorava 10 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, quindi questi nostri antenati in un anno lavoravano 70 miliardi di ore. L’anno scorso, pur essendo 20 milioni di persone in più, abbiamo lavorato 40 miliardi di ore. Nonostante la riduzione di 30 miliardi di ore, abbiamo prodotto molto di più rispetto ai nostri antenati. Questo vuol dire che grazie alle tecnologie e alla globalizzazione, noi siamo in grado di produrre più beni e servizi e con meno ore di lavoro”, dichiara il professor Domenico De Masi ai microfoni dell’emittente dell’Università Niccolò Cusano per spiegare la sua idea.

    Il modello da seguire, per De Masi, è quello della Germania che “avrebbe raggiunto il 79% di produttività, facendo un po’ di flessibilità ma soprattutto riducendo l’orario di lavoro”.

    Le riforme del lavoro messe in piedi dagli ultimi governi, invece, riguardano solo la flessibilità: “Dal 2000 abbiamo approvato la legge Biagi, abbiamo approvato il jobs act, abbiamo abolito l’articolo 18 e la nostra occupazione è passata dal 54 al 58%”, afferma.

    A differenza degli italiani che spesso si trattengono oltre l’orario di lavoro, i tedeschi alle 17 “escono tutti dall’azienda: dal presidente all’ultimo usciere”. Per migliorare la produzione bisognerebbe quindi fare in modo che i lavoratori fossero più gratificati, e che avessero anche del tempo libero per godersi la giornata.

    Critica i compromessi fatti dai sindacati negli anni passati ma esprime fiducia nel futuro: “Ieri sono stato invitato a un convegno della Cgil e per la prima volta ho trovato i sindacalisti molto più attenti a tutto questo rispetto al passato. Si erano lasciati irretire dalla discussione prettamente vetero-neo liberista sulla flessibilità, invece di proporre il reddito minimo, la dignità del lavoro e la riduzione dell’orario di lavoro, che poi sono parole d’ordine del M5S”, ha concluso.

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