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    “Presentata la legge sul fine vita, ora il parlamento non ha più alibi”: Nugnes a TPI

    Paola Nugnes Credit: Ansa foto
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini e Lara Tomasetta
    Pubblicato il 25 Set. 2019 alle 15:43 Aggiornato il 25 Set. 2019 alle 15:45

     

    Eutanasia, presentato ddl su dignità del fine vita

    Il ddl sulla dignità del fine vita è stato presentato oggi, mercoledì 25 settembre, in Senato dalla nuova maggioranza parlamentare: Monica Cirinnà, senatrice Pd, Matteo Mantero, M5S, Paola Nugnes, senatrice del gruppo misto, Loredana De Petris, Leu, Roberto Rampi, del neo gruppo Italia Viva, così come Riccardo Nencini.

    Sull’eutanasia oggi è attesa la sentenza della Consulta. La Corte costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità di divieto di aiuto al suicidio previsto dal codice penale italiano, per il caso Cappato. La questione di legittimità era stata sollevata dalla Corte d’appello di Milano nell’ambito del processo contro Marco Cappato, che aveva aiutato Dj Fabo a compiere il suicidio assistito in Svizzera.

    TPI ha intervistato Paola Nugnes, ex Cinque Stelle ora passata al Gruppo misto dopo essere stata cacciata, tra le prime firmatarie del ddl sulla tutela della dignità nel fine vita.

    Parlando di fine vita, ci può dare delle specifiche sulla figura dell’obiettore di coscienza che è stato finora in Italia un vero problema?

    È una possibilità che è data. Bisogna accertarsi che non venga strumentalizzato, che non si faccia un uso improprio di una libertà che è data. Che non si verifichino casi di abusi come già sono successi in passato.

    Credo però che sia una possibilità che debba essere lasciata, non si può obbligare su una questione così controversa per i medici che per codice etico devono salvare le vite umane. Però devono anche esserci chiare indicazioni legislative su questa tematica estremamente importante. In modo che non ci siano confusioni e abusi.

    Negli ultimi anni abbiamo assistito a casi eclatanti, come quello di Dj Fabo, di Welby, di Englaro, davanti ai quali siamo rimasti impotenti. Perché si parla del tema del “fine vita” solo quando diventano prime pagine dei giornali?

    Si vuole evitare questo e si vuole dare anche una soluzione diversa. La legge non è mai retroattiva, ma quando è favorevole all’imputato, c’è la possibilità di ricorrere. E anche, se i tempi lo permetteranno, un sostegno per risolvere questi casi così difficili, così dolorosi.

    Sarà previsto anche un sostegno legale e psicologico per chi aiuta famigliari che vogliono togliersi la vita?

    Nell’attuale disegno di legge no, ma nel dibattito parlamentare si potrebbe valutare una cosa del genere.

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