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    Il day after al Nazareno (di Marco Antonellis)

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 13 Feb. 2021 alle 15:00 Aggiornato il 13 Feb. 2021 alle 16:02

    “The day after” al Nazareno non è dei migliori. Al di là delle frasi di circostanza e la necessità di fare buon viso a cattivo gioco c’è chi non nasconde una certa amarezza per come sono andate le cose: “Abbiamo perso due ministeri pesanti e soprattutto di spesa come l’economia e le infrastrutture (ma anche il prezioso rapporto con l’Europa garantito dagli Affari Europei) per ritrovarci in cambio il Lavoro (che sarebbe meglio chiamare della disoccupazione perché porterà solo problemi con la fine del blocco dei licenziamenti) e la cultura (peralto senza più il turismo che era la vera miniera d’oro)”.

    Così la mettono, fuori dai denti, in casa Dem. E Guerini? Guerini è stato ‘salvato’ dal Colle, spiegano le medesime fonti, non sta certo lì per merito del Nazareno. Perché “i ministeri a disposizione del PD erano due, non tre, anche se adesso si vuole a tutti i costi far passare l’operazione Draghi per un grande successo politico”.

    Ma c’è anche chi vede il bicchiere mezzo pieno: “Con l’11% al Senato e il 14% alla Camera, abbiamo avuto ministeri importanti. Poi Patrizio Bianchi e Giovannini sono molto vicini al Pd. Inoltre ben 8 ministri vengono dal Conte 2. Quindi la nostra alleanza con Leu e 5Stelle tiene. Insomma, è andata bene”.

    E si sogghigna anche per il solo ministro che Draghi ha dato a Italia Viva, la Bonetti alle Pari Opportunità. Al Nazareno c’è poi il problema donne, dove nessuna è stata nominata ministro. “Ovviamente ci dispiace, e cercheremo di rifarci sui sottosegretari, se ci sarà possibile. Ma le liste, come prevede l’art. 92 della Costituzione, le ha fatte direttamente Draghi sentendo il Quirinale” spiega un deputato vicino al Segretario.

    E aggiunge: “Non sono state solo le donne del Pd ad essere sacrificate. Anche Zingaretti è stato sacrificato. Poteva fare il ministro, ma per non far entrare Salvini hanno tagliato anche lui e nel partito nessuno ha detto niente. Povero Nicola, porta sempre l’acqua per tutti. E poi lo attaccano pure. Ha davvero la pazienza di Giobbe… “.

    Al Nazareno , però, in queste ore si guarda anche al calendario e si fa molta attenzione alle prossime scadenze elettorali, perché ce ne saranno di importanti e avranno il loro peso sulle sorti future del partito: le elezioni nelle principali città italiane (Roma, Torino, Milano e Napoli) saranno un vero e proprio spartiacque.

    Per questo Zingaretti in questi giorni ha insistito sulla tenuta dell’alleanza con 5 Stelle e Leu: sarà fondamentale per tentare di vincere nelle grandi città (e per restare in sella al partito). C’è però chi fa ragionamenti a più ampio raggio: “Questo governo arriverà fino alla nomina del Capo dello Stato e poi ci sarà il voto” spiega un big. “Dobbiamo tenerci pronti”.

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