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    Ecco il discorso integrale di D’Alema che ha terremotato il Pd: “Mi impressiona la campagna culturale che accompagna l’operazione Draghi, sulla necessità di sospendere la democrazia e affidarsi a un potere”

    Credit: Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 3 Gen. 2022 alle 12:26 Aggiornato il 3 Gen. 2022 alle 13:18

    Ecco il discorso integrale di D’Alema che ha terremotato il Pd

    “Mi impressiona la campagna culturale che accompagna l’operazione Draghi, sulla necessità di sospendere la democrazia e affidarsi a un potere”: lo ha dichiarato Massimo D’Alema nel corso del suo discorso in cui ha definito il Pd “guarito” da una “malattia terribile” riferendosi al periodo in cui Matteo Renzi era segretario del Partito Democratico.

    Intervenuto al brindisi di fine anno via Zoom di Articolo Uno (qui il video integrale) nel corso di una passeggiata in montagna, Massimo d’Alema ha affrontato diversi argomenti, tra cui quello inerente al governo Draghi e alla necessità di un “ritorno in campo della politica“.

    “Non mi impressiona il governo Draghi, che è una condizione di necessità, ma la campagna culturale che accompagna l’operazione, sulla necessità di sospendere la democrazia e affidarsi a un potere, che altro non è se non quello della grande finanza internazionale” ha dichiarato D’Alema.

    “Noi dobbiamo riguadagnare il terreno della democrazia politica, a partire dall’elezione del Capo dello Stato” ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio, che sull’autocandidatura di Draghi al Colle afferma: “L’idea che il premier si auto-elegge Capo dello Stato e nomina al suo posto un alto funzionario del ministero dell’Economia mi pare non adeguata per un grande Paese democratico come l’Italia”.

    Parlando del centrosinistra, D’Alema ha dichiarato: “Una delle idee politiche fondamentali che noi abbiamo sostenuto, cioè la necessità che si aprisse un dialogo e una cooperazione tra il centrosinistra e i 5 Stelle, è diventato un punto fermo dello scenario attuale. Avevamo ragione, come avevamo ragione sulla deriva disastrosa del Partito Democratico. La principale ragione per andarcene era una malattia terribile, che fortunatamente è guarita da sola, ma che c’era. Oggi in pochi potrebbero negare la fondatezza del giudizio sul rischio che quel partito cambiasse completamente natura nell’epoca renziana”.

    Sull’elezione del Capo dello Stato, D’Alema ammette che “non è plausibile che ancora una volta sia il centrosinistra a dare le carte, lo abbiamo fatto per molti anni ma i rapporti di forza erano diversi”.

    “Dobbiamo cercare di fare in modo una soluzione che riapra il campo della politica, della sovranità della politica, anche se dovrà essere una soluzione di compromesso, che inevitabilmente coinvolgerà un ampio campo delle forze politiche”.

    L’ex segretario dei Ds, poi, parla dell’immediato futuro: “Un governo di questo tipo grandi scelte riformiste non ne può fare, però io credo che c’è una riforma, che non è in agenda, ma che è fondamentale: la riforma della legge elettorale e quindi del sistema politico”.

    “La democrazia italiana – aggiunge D’Alema – vive una drammatica crisi di rappresentanza. Se negli anni Novanta il problema era il ricambio della classe dirigente, oggi il problema principale è che le istituzioni tornino a rappresentare i cittadini, altrimenti si apre una frattura insanabile. E quindi ci vuole una legge proporzionale”.

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