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    L’ideologo della Meloni: “Draghi ora può spaccare il centrodestra”. Parla Crosetto a TPI | VIDEO

    “Attenzione, Draghi ora può spaccare il centrodestra. La crisi aperta da Renzi? Nel merito è giusta, lo pensano tutti, compresi Pd e 5S. Conte teneva unite persone e idee che difficilmente potevano stare insieme": l'intervista del direttore di TPI Giulio Gambino al cofondatore di Fratelli d'Italia Guido Crosetto

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 3 Feb. 2021 alle 18:04 Aggiornato il 3 Feb. 2021 alle 22:48

     

    Che succede con Draghi secondo lei Crosetto?
    “Draghi inizierà le consultazioni, ha deciso di parlare con il Parlamento e con i partiti. Mi auguro esprimerà le sue idee in relazione al Recovery Fund che mi sembra la parte più banale da compilare. Il problema sono le riforme: bisogna capire che idee ha sulla Giustizia, sul Fisco, sulla Burocrazia. Le riforme di base che ci vengono chieste per poter accedere ai fondi del Recovery Plan”.

    Il M5s sembrerebbe essere compatto sul No alla Fiducia a Draghi?
    “Sì, sembra compatto e probabilmente si scioglierebbe in un governo Draghi. C’è il centrodestra che deve decidere cosa fare..”.

    Appunto, questo governo Draghi chi lo vota? Il centrodestra compatto può arrivare a votare la fiducia a Draghi?
    “Forza Italia è disponibile da mesi a votare la fiducia a un eventuale governo Draghi, Meloni è indisponibile perché giustamente chiede le elezioni. La Lega non si è ben capito. Giorgia Meloni pur di mantenere unito il centrodestra ha fatto un passo in avanti dicendo che al massimo potremmo astenerci. Anche perché se i 5stelle votano contro il governo non potrebbe partire. Però sono ancora in sospeso, difatti non è ancora uscito un comunicato congiunto del centrodestra. Non hanno ancora deciso di partecipare tutti insieme alle consultazioni”.

    Quindi la mano è a Salvini?
    “Anche a Salvini, al centrodestra principalmente perché il Pd è allineato”.

    Lei ci ha parlato in queste ore con Salvini?
    “Io non parlo mai con nessuno”.

    Ci dica la verità..
    “La lega deciderà da sola. Draghi è una persona di un’autorevolezza tale per cui la risposta non può essere superficiale da parte di nessuno”.

    Se dovesse mandare un messaggio a Salvini quale sarebbe?
    “Penso che il centrodestra debba rimanere unito, perché dall’altra parte c’è il tentativo di tenere unita persino l’alleanza 5S-Pd. Sarebbe surreale: di là cercano di stare insieme nonostante siano incompatibili e da questa parte dove sono sempre stati insieme si dividano”.

    Però in tutto questo gioco Pd e M5s rischiano di spaccarsi. Che poi forse era anche una delle motivazioni per cui Renzi ha fatto tutto questo..
    “Renzi non lo riesco a capire, non lo so cosa concretizzerà Italia Viva. Tranne il fatto che una cosa è abbastanza chiara: il governo di prima non stava affrontando né l’emergenza e né le riforme per il Recovery Plan con la capacità e la forza che serviva”.

    Lei ritiene che nel merito le crisi di Renzi fossero giuste?
    “Lo pensano tutti. Compreso Pd e 5S. Non solo per colpa di Conte. Conte teneva insieme persone e idee che difficilmente potevano stare insieme”.

    Draghi oggi può essere quello che spacca il centrodestra?
    “Se non dovessero trovare una soluzione unitaria sì. Quello che spacca tutto è il panorama politico. Draghi arriva con una forza che è data dalla sua storia ma che è data soprattutto dalle amicizie internazionali, da come lo guardano la Bce e l’Europa che pochi altri potrebbero avere. È avvantaggiato”.

    In tutto questo c’è un’altra eventuale spaccatura interna della Lega stessa. Giorgietti è a favore di un governo Draghi mentre Salvini è sempre stato un po’ più restio
    “Diciamo che la frattura riguarda tutti i partiti, tranne Fratelli d’Italia. Nella Lega Giorgietti e Zaia e Salvini. Riguarda la stessa Forza Italia dove c’è una parte che vorrebbe andare alle elezioni. Riguarda il Pd dove c’è una parte che parla di meno ma che vorrebbe andare alle elezioni direttamente. Riguarda anche gli stessi 5S”.

    Oggi a questo punto secondo lei le elezioni a differenza di quanto dice Mattarella potrebbero essere qualcosa di concreto? Dovrebbero?
    “Se Mattarella volesse sarebbero concrete”.

    Ma è opportuno oggi?
    “Oggi forse no perché nei prossimi 2/3 mesi occorre approvare il Recovery Plan e le riforme. Ma indire adesso le elezioni per giugno/luglio sarebbe una scelta quasi doverosa. Ma per fare una cosa così non bisognava scegliere Draghi”.

    Non l’abbiamo bruciato l’italiano numero uno al mondo?
    “Non l’ho capita, sarebbe stato più facile trovare un’intesa probabilmente con tutto il Parlamento su alcune cose serie fatte da una persona autorevole con le elezioni convocate per giugno/luglio. Con Draghi l’impegno è andato un po’ oltre”.

    È andato un po’ oltre e rischia di giocarsi anche il Quirinale se dovesse diventare premier?
    “Il Quirinale è una cosa talmente avanti. Un anno di questi periodi è un tempo lunghissimo. Se governasse bene e si guadagnasse il rispetto e sarebbe chiaramente indicato. Anche se a quel punto se uno governasse bene dovrebbe spiegare perché vorrebbe lasciare”.

    È anche vero che adesso bisogna vaccinare l’intero Pianeta, c’è da presentare e chiudere entro aprile il Recovery e quindi, anche se fosse di scopo poi in ogni caso a giugno/luglio inizia il semestre bianco. Quindi i tempi sono comunque corti per andare eventualmente a elezioni
    “Lo scioglimento delle Camere e l’eventuale convocazione delle elezioni deve avvenire prima dell’inizio del semestre bianco ma le votazioni possono avvenire anche durante”.

    Leggi anche: 1. Sono grato a Conte. La prospettiva politica dell’alleanza giallorossa non va dispersa (di Goffredo Bettini); // 2. Perché bisogna dire no a Draghi (di Alessandro Di Battista)//3. Il sonno della politica genera tecnici (di S. Mentana);// 4. Conflitto d’interenzi (di Giulio Gambino) ; // 5. Il dilemma Pd: un governo Draghi è possibile. Ma solo governando con la destra sovranista;// 6. La verità che nessuno ha il coraggio di dirvi: Renzi oggi vuole solo una cosa. Spaccare il Pd (di Luca Telese)
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