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    Crisi governo news: le ultime notizie sulla tenuta della maggioranza

    Giornata decisiva per le sorti dell'esecutivo

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 20 Lug. 2019 alle 07:21 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 19:30

    Crisi di governo: continuano le tensioni tra il partito di Salvini e quello di Di Maio

    Nonostante i toni concilianti dei rispettivi leader Salvini e Di Maio, Lega e M5S continuano a litigare, agitando lo spettro di una crisi di governo: ecco le ultime news.

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    LA DIRETTA

    Ore 15.35 – Crisi governo, ultime news, Di Maio: “Non lasciamo che ci buttino giù”

    “Andiamo avanti per l’amore che abbiamo per questo Paese e non lasciamo che chi ci vuole buttare giù, ci riesca”: lo ha dichiarato Luigi Di Maio a Trento, dove ha partecipato a un’assemblea con gli attivisti del Movimento 5 Stelle.

    Ore 09.50 – Il piano di Salvini per un governo a trazione leghista. Secondo un retroscena pubblicato dal quotidiano La Stampa, Matteo Salvini avrebbe un piano per estromettere il M5s dal governo, rendendolo sempre più marginale.

    Qui l’articolo completo in cui spieghiamo la strategia del leader della Lega.

    Crisi di governo: giornata decisiva

    La giornata di sabato 20 luglio potrebbe essere decisiva per le sorti dell’esecutivo.

    Per votare a settembre, o al più tardi ai primi di ottobre, infatti le Camere devono essere sciolte nelle prossime ore.

    Secondo la Costituzione italiana, infatti, per fissare le elezioni politiche servono da un minimo di 45 a un massimo di 70 giorni. Il tempo, dunque, sta per scadere e i membri dell’esecutivo lo sanno bene.

    Così come sanno benissimo, che, qualora non si dovesse andare alle urne a settembre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non permetterebbe elezioni anticipate prima del 2020. Prima, infatti, c’è da approvare la legge di Bilancio e l’Italia non è certo un paese che può permettersi di arrivare a un appuntamento così importante con un esecutivo di “fortuna”.

    Non sono escluse sorprese, però, durante l’arco della giornata.

    Lega e M5S: i motivi della crisi

    Le ultime ore gli attacchi tra gli alleati di governo si sono moltiplicati.

    Tutto è cominciato con la diffusione della notizia dei presunti fondi russi alla Lega (qui il riepilogo della vicenda) e la richiesta del M5S di riferire in parlamento.

    Ad aggravare le cose, il 18 luglio, è stato il voto del M5S a sostegno di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commisione europea, con Salvini che su Twitter aveva commentato: “M5s e Pd? Da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles”.

    Il ministro dell’Interno, poi, si era lamentato dei troppi no che a suo dire arrivano dai ministri a 5 Stelle.

    A stretto giro era arrivata la replica del capo politico del M5S che aveva intimato a Salvini di: “scegliere tra l’interesse del suo partito e quello del Paese – aggiungendo che – così non si può andare avanti”.

    Durante la giornata di venerdì 19, i due avevano provato a smorzare i toni.

    Di Maio, infatti, aveva dichiarato: “Escludo che possa esserci una crisi” proponendo a Salvini di vedersi e parlarsi per risolvere i problemi.

    Invito accettato dal leader della Lega, che aveva risposto al capo politico del M5S come segue: “Niente di personale, Luigi Di Maio è persona corretta e perbene. Ma il problema non è lui, ma la politica dei no e dei blocchi di molti dei 5 Stelle”.

    A provare a chiudere ogni polemica era stato il premier Conte, il quale, durante una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi dopo il Cdm, in cui Salvini era assente, aveva dichiarato che non era previsto nessun rimpasto di governo e che nessun ministro si era lamentato dell’operato di un collega.

    Nella serata di venerdì, però, le polemiche tra i due partiti si sono riaccese.

    Questa volta, sono stati i governatori di Veneto e Lombardia, entrambi in quota Lega, ad attaccare Conte per le modifiche, volute dai 5 Stelle, apportate all’Autonomia delle Regioni.

    I Cinque Stelle sono troppo attaccati alle poltrone: il governo non cadrà (finché Salvini lo vuole)
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