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    Draghi ha i numeri in Parlamento? Ecco chi voterà la fiducia al governo istituzionale (e chi ci sta pensando)

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 3 Feb. 2021 alle 08:08

    Tocca a Mario Draghi: quali sono i numeri in Parlamento e chi potrebbe dargli la fiducia

    Dopo il fallimento di Roberto Fico in qualità di “esploratore”, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di convocare Mario Draghi per affidargli l’incarico di formare un nuovo esecutivo di “alto profilo” che non debba “identificarsi in alcuna forza politica”: ecco quali sono i numeri in Parlamento e quali partiti potrebbero votare la fiducia all’ex presidente della Bce.

    Governo Draghi: sì di Italia Viva, probabile l’appoggio di Pd e Forza Italia

    Il governo Draghi dovrebbe partire da tre certezze o quasi: l’appoggio di Italia Viva, Pd e Forza Italia. La fiducia di Italia Viva nei confronti dell’ex presidente della Bce è pressoché scontata. Lo ha di fatto confermato il suo leader, Matteo Renzi, che ieri sui social ha scritto: “Abbiamo ascoltato le sagge parole del Presidente della Repubblica Mattarella: ancora una volta ci riconosciamo nella Sua guida. E agiremo di conseguenza”.

    Senza considerate che l’obiettivo dell’ex segretario del Pd era proprio quello di disarcionare Conte per arrivare a un esecutivo politico o, in seconda battuta, a un governo istituzionale guidato da Mario Draghi: esattamente lo scenario che si è verificato subito dopo il fallimento di Fico.

    Il Pd non si è ancora sbilanciato, anche se nella serata di martedì 3 febbraio il segretario Zingaretti scriveva: “Da domani saremo pronti al confronto per garantire l’affermazione del bene comune del Paese”. L’appoggio del Partito Democratico, quindi, sembra molto probabile anche per il fatto che, non votando la fiducia al governo Draghi, il Pd non accoglierebbe l’appello di un presidente della Repubblica che di fatto ha contribuito a eleggere.

    Da valutare anche l’appoggio di Forza Italia che, però, anche in questo caso sembrerebbe essere (quasi) scontato per almeno un paio di motivi. Il primo è che il partito di Silvio Berlusconi si è sempre detto disponibile ad appoggiare un governo a maggioranza “Ursula”, che non prevedesse la figura di Conte come premier. Il secondo, invece, è, come fanno sapere anche fonti di Forza Italia, è la stima che Berlusconi nutre per Mario Draghi.

    Draghi e i numeri in Parlamento: M5S e FdI dicono no, la Lega ci pensa

    Il Movimento 5 Stelle ha subito escluso di votare la fiducia al governo Draghi. Subito dopo il discorso di Mattarella al Quirinale, infatti, diversi esponenti del M5S, da Alessandro Di Battista a Riccardo Fraccaro, che ha dichiarato “Volevamo solo un governo Conte e su questo, con coerenza, andremo fino in fondo, fino al capo politico reggente, Vito Crimi, hanno escluso l’appoggio a un governo tecnico.

    Tuttavia, il M5S non sembrerebbe essere unito su questo punto e presto potrebbe verificarsi una scissione che porterebbe, quindi, un gruppo di parlamentari a votare la fiducia e un altro all’opposizione.

    Senza l’appoggio del Movimento 5 Stelle, il governo Draghi (dando per scontata la fiducia da parte di Iv, Pd e Fi) avrebbe assolutamente bisogno dell’appoggio della Lega, che non ha chiuso del tutto le porte all’ex presidente della Bce.

    Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, infatti, dopo aver invocato le urne, ha assunto una posizione più morbida dichiarando: “La Lega e il centrodestra sono le l’apertura dei cantieri, la rottamazione delle cartelle, la flat tax, un piano vaccinale serio e una riforma della giustizia. A chiunque voglia ragionare di futuro e di Italia non dico mai di sì o di no per simpatia o pregiudizio”. Dichiarazioni che, secondo alcuni, farebbero prefigurare un appoggio esterno da parte della Lega.

    Anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha espresso, seppur con estrema cautela, la sua contrarietà a un governo Draghi: “Ci confronteremo, ma anche dall’opposizione FdI è disponibile a lavorare per il bene della nazione. La soluzione non è un governo nato nei laboratori del palazzo. Con il voto in democrazia i cittadini sono padroni del proprio destino”.

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