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    Crisi di governo, verso slittamento a giovedì della relazione di Bonafede in Senato. Tabacci: “Serve un Conte ter”. Italia Viva vuole riaprire il dialogo

    Alfonso Bonafede, Giuseppe Conte Credits: ANSA
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 23 Gen. 2021 alle 08:53 Aggiornato il 23 Gen. 2021 alle 12:23

    Crisi di governo, il riassunto delle ultime ore

    La crisi di governo sembra essere arrivata a un punto di stallo e le prossime 48 ore saranno decisive per le sorti dei giallorossi: quello che si prospetta è un weekend di trattative per evitare il ritorno alle urne. Il premier Giuseppe Conte sarebbe pronto anche all’opzione “ter” pur di non andare a elezioni. Ma se dal fronte Palazzo Chigi assicurano che le interlocuzioni per allargare la maggioranza stanno andando avanti, la strada per un nuovo esecutivo al momento rimane bloccata. Le problematiche sono dietro l’angolo, una su tutte quella della risoluzione sul ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che Conte sta provando con tutte le forze a far slittare a giovedì 28 gennaio. 

    A confermare il concretizzarsi dell’ipotesi elezioni è anche il vicesegretario Pd Andrea Orlando. L’unico vero movimento che c’è stato riguarda l’avvicinamento di Bruno Tabacci, leader della componente di Centro democratico e Luigi Di Maio per paventare non un semplice rimescolamento delle carte, ma un vero e proprio nuovo esecutivo (anche se con lo stesso premier). Intanto i renziani hanno firmato un documento per chiedere di riaprire le trattative con la maggioranza, ma le posizioni interne sono le stesse che hanno portato allo strappo.

    Crisi di governo, il nodo Bonafede

    Conte sta tentando di guadagnare 24 ore prima di affrontare il prossimo, difficilissimo, nodo. Come? Provando a spostare a giovedì 28 in Senato la relazione sulla Giustizia del ministro Alfonso Bonafede. Sulla relazione non si vota, ma si vota su risoluzioni, una di maggioranza a favore e una di opposizione contro. I renziani potrebbero decidere di votare contro, rischiando di far cadere il governo. Sull’eventuale spostamento della relazione a giovedì mattina – motivata da impegni che impedirebbero a Bonafede di essere in aula al Senato mercoledì pomeriggio- la decisione definitiva sarà presa dalla capigruppo convocata a Palazzo Madama lunedì. Di certo oltre giovedì non si potrà andare perché venerdì 29 c’è l’inauguazione dell’Anno giudiziario. Il Guardasigilli sarà invece alla Camera mercoledì 27 alle ore 16 come già calendarizzato.

    Tabacci: “Serve un Conte ter”

    Il leader di Centro democratico è stato ricevuto dal ministro degli Esteri e, per sbloccare la situazione, ha suggerito che si lavori a “un esecutivo nuovo” con Conte come punto di riferimento. “La possibilità di rafforzare la maggioranza c’è, ma serve un governo nuovo, non basta un piccolo rimpasto”, ha detto Tabacci. “Io penso che Conte sia l’unico punto di equilibrio di questa legislatura. Per concludere la crisi è necessario aprire a un ventaglio di forze più ampio. Renzi al Senato ha fatto un discorso di rottura, ma credo che in Iv ci siano posizioni più concilianti. E poi c’è l’area dei liberal-democratici di Forza Italia”.

    Italia Viva vuole riaprire il dialogo

    Intanto, ieri sera i parlamentari di Italia Viva si sono riuniti in assemblea e hanno elaborato un documento per chiedere di riaprire il dialogo: “Serve una soluzione politica di respiro ampio”, hanno scritto. Peccato che però, solo poche ore dopo, l’ex ministra Teresa Bellanova è tornata alla carica pretendendo l’uso del Mes, uno dei pochi capitoli davvero divisivi nella maggioranza e sul quale sembra impossibile arrivare a una mediazione: “L’Italia ha bisogno del Mes”, ha scritto su Facebook certificando che, dal giorno della rottura, niente è davvero cambiato per i renziani.

    Sul fronte di Italia viva però, la riapertura delle trattative con la maggioranza è ritenuta necessaria anche per bloccare le defezioni di quei parlamentari (almeno quattro sarebbero già confermati: Grimani, Comincini, Marino e Conzatti) che invece non intendono andare all’opposizione con la destra sovranista e sono disposti a rientrare nel Pd se le cose si mettessero male. In questo senso va letta la decisione di Palazzo Chigi di accelerare sull’affidamento della delega ai Servizi all’ex ambasciatore a Berlino Pietro Benassi, un punto su cui Iv aveva insistito molto e che potrebbe sbloccare molte discussioni.

    Nei prossimi giorni si capirà se Conte ha la forza (e i numeri) per andare avanti. Altrimenti, può succedere di tutto, comprese le elezioni.

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