Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Conte rischia sul Mes, maggioranza spaccata. M5S: “Finché noi saremo al governo non sarà usato”

    Credit: Ansa

    M5S e Pd sono divisi non solo sull'opportunità dell'utilizzo della linea di credito europea, ma anche sulla Riforma del Trattato del Mes, il cui negoziato è in dirittura di arrivo in Ue

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 26 Nov. 2020 alle 13:20

    Mentre sullo scostamento di bilancio è stato trovato un accordo con l’opposizione di centrodestra, il governo si trova a fare i conti con la maggioranza spaccata a proposito del Mes e che rischia di mettere a dura prova l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. “Finché c’è il Movimento 5 Stelle in maggioranza il Mes non sarà usato”, torna ad ammonire oggi M5S. “Sentiremo l’informativa di Gualtieri sulla riforma dello strumento in sede europea e faremo i nostri rilievi. Non consentiremo ipoteche sui nostri figli e non accetteremo operazioni di palazzo”.

    Immediata la replica del Pd: “Non va mai bene affermare: finché ci siamo noi in maggioranza il Mes non verrà usato. È un approccio insostenibile, tanto più in un momento delicato come quello che viviamo”, ha dichiarato il senatore Pd Dario Stefano, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama, che lancia una stoccata: “Il M5S non ha ancora del tutto imparato cosa voglia dire stare in un governo di coalizione, dove vale il pensiero comune e non le bandiere ideologiche dei singoli”.

    Sulla stessa linea il deputato di Forza Italia Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di presidenza del partito azzurro. “Il M5s continua a trattare la questione del Mes sanitario alla stregua di una pregiudiziale ideologica destinata tuttavia a scontrarsi non solo con il buon senso, il calcolo economico ma anche con la narrazione del governo”, ha dichiarato. “Tutte le misure sostenute dal M5s sono delle ‘ipoteche sui nostri figli’ e delle ‘operazioni di palazzo’. La differenza con il Mes sanitario sta proprio nella convenienza economica e nella definizione del perimetro di utilizzo di questi fondi, ovvero la salute pubblica.

    Il leader della Lega Matteo Salvini, dal canto suo, risponde alle dichiarazioni del ministro francese delle Finanze Bruno Le Maire che, intervistato da Repubblica nel giorno del suo arrivo a Roma per incontrare i ministri Gualtieri e Patuanelli, invita l’Italia ad adottare e ratificare la riforma del Mes. “Chiedo ai ministri francesi che vengono in visita in Italia di occuparsi di Francia e non spiegare agli italiani come dobbiamo vivere in Italia”, ha dichiarato Salvini ospite a Omnibus su La7. “Leggo che c’è un ministro francese che dice che dobbiamo usare il Mes, ma se dobbiamo farlo per aiutare le banche francesi possiamo anche evitare di farlo. Non penso che gli italiani, quando vanno in Francia, diano lezioni di buona amministrazione ai francesi”.

    A far discutere non è solo l’opportunità di utilizzare o meno la nuova linea di credito europea per le spese sanitarie. Entro la riunione Ecofin del 30 novembre, infatti l’Italia e gli altri Stati membri saranno chiamati ad esprimere la propria posizione finale sulla Riforma del Trattato del Mes, che è oggetto di un negoziato in dirittura di arrivo in sede europea. Ma anche su questo la maggioranza è spaccata.

    Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ospite di Porta a Porta ieri sera ha ammesso: “Ci sono argomenti, come il Mes, su cui dentro il governo ci troviamo in disaccordo. Secondo il M5s non bisogna utilizzare il Mes, secondo il Partito Democratico sì,  ma il punto che voglio chiarire è che la scadenza del 30 novembre non riguarda l’utilizzo ma la riforma del Mes”. Bonafede ha aggiunto che “su come riformare lo strumento del Mes ci sono opinioni differenti. Noi riteniamo che tutto debba passare dal Parlamento, e quindi adesso il ministro Gualtieri andrà presso le commissioni competenti di Camera e Senato, e lì si individuerà il perimetro all’interno del quale Gualtieri potrà fare sintesi tra le forze politiche da portare in Europa. Però è importante chiarire che non si sta parlando se utilizzare o meno il Mes”.

    “Nei prossimi giorni saremo nuovamente chiamati ad occuparci dell’ormai famoso Mes. Non si discute questa volta dell’utilizzo della nuova – rivoluzionaria – linea di credito sanitaria pandemica da 240 miliardi, di cui 36/37 rivolti al nostro Paese, su cui pure auspichiamo che si riesca ad assumere una decisione definitiva positiva”, ha commentato Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera. “L’Italia e gli altri Stati membri saranno chiamati ad esprimere la propria posizione finale sulla Riforma del Trattato Mes, oggetto di un negoziato ormai in dirittura di arrivo in sede europea. Dopo un lungo confronto, siamo sul punto di cambiare, in meglio come vedremo, alcune regole del gioco di questo strumento tanto discusso. La Riforma che oggi si sta definendo, e che già il precedente Governo ha iniziato a negoziare, migliorerà alcuni profili tecnici, rafforzerà la stabilità dell’Eurozona e quindi anche dell’Italia, tutelerà di più i nostri risparmiatori”.

    “Eppure – aggiunge il deputato Pd – le polemiche non si placano, dando il senso di quanto sia asfittico e dogmatico talvolta il dibattito politico italiano su alcuni temi anche decisivi. Per questo, riteniamo necessario fornire qualche ulteriore elemento di chiarezza per agevolare e semplificare il dibattito e il confronto sul punto. Nel merito, non è vero che la Riforma in atto contenga elementi di rischio per il nostro Paese o per i risparmi delle nostre famiglie. È l’esatto contrario. Le novità in discussione sono estremamente positive: dal c.d. backstop, ossia la garanzia comune al Fondo di risoluzione unico delle banche, alla semplificazione di una linea precauzionale di accesso al sostegno finanziario, all’obbligo da parte del Mes di rispettare i diritti fondamentali Ue, fino al rafforzamento del dialogo con il Parlamento europeo. Per questo – conclude Piero De Luca – chiediamo a tutte le forze politiche di accantonare toni apocalittici o allarmismi ingiustificati, che minano la credibilità e la stabilità del Paese, e rischiano di alimentare paure negli investitori o tensioni sui mercati”.

    Leggi anche: 1. Il centrodestra vota con la maggioranza: l’intera Camera approva lo scostamento di bilancio /2. Fondazione Gimbe: “Pericoloso allentare le restrizioni sotto Natale”. E i presidi: “No riapertura scuole al 100%” /3. Conte irritato per la domanda di Lilli Gruber su Mario Draghi: “La mia non è spocchia o onnipotenza” | VIDEO

    TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO
    CORONAVIRUS ULTIME NOTIZIE: TUTTI I NUMERI
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version