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    Calenda: “Renzi? I partiti fatti in poche settimane non funzionano mai”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 3 Ott. 2019 alle 19:26 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:24

     

     

    Calenda: “Renzi? I partiti fatti in poche settimane non funzionano mai”

    Italia Viva? “Le cose che si fanno in poche settimane non funzionano mai, ma è la mia opinione”. Lo dice Carlo Calenda, leader di Siamo Europei, intervistato a margine della presentazione di un libro alla Galleria Alberto Sordi, pochi metri da Montecitorio.

    “Renzi ha fatto la scelta di appoggiare questo governo e poi uscire con i suoi parlamentari, io invece ho fatto la scelta di uscire per non appoggiare questo governo senza parlamentari e facendo un percorso diverso di natura politica, perché non credo si debba partire dal parlamento”, sottolinea Calenda.

    “Con Siamo Europei lanceremo a inizio dicembre il tesseramento e il nuovo nome. Stiamo lavorando per costruire la struttura e il progetto Sanità”, spiega. “Facciamo le cose con calma, senza cercare di andare a prendere parlamentari, insieme ad amministratori locali e persone capaci nei loro settori, come Walter Ricciardi”.

    Sulla Nota di aggiornamento al Def Calenda è critico. “È un documento molto vuoto”, osserva. “Contiene il disinnesco dell’Iva ma non si capisce se per sempre o se è solo uno spostamento. Non c’è nulla sulla scuola, nulla sulla Sanità, nulla sugli investimenti. Queste erano le priorità del Pd, evidentemente se le sono scordate”.

    Ius culturae? “Io sono favorevole, ma contemporaneamente bisogna fare i rimpatri volontari, che sono gli unici che funzionano, perché dobbiamo dare l’idea che si lavora sia quando si fa rispettare la legge sia quando si integra”.

    Quanto ai dazi imposti dagli Usa, secondo Calenda siamo davanti a un “problema gigantesco, una cosa enorme”. “Non solo per l’impatto diretto che avrà sulla riduzione dell’ingresso delle merci negli Usa, ma anche per il crollo del prezzo dei prodotti sugli altri mercati”. “Se avessimo avuto un Governo degno di questo nome non saremmo arrivati a questo punto”, sottolinea l’eurodeputato ex Pd. “Si capiva che si stava andando lì e si sarebbe dovuto lavorare per evitare che fossero inclusi i nostri prodotti, anche perché noi con Airbus non c’entriamo nulla”.

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