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    Calenda: “Per anni ho raccontato le cazz*** del liberismo”

    L'europarlamentare Carlo Calenda
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 4 Ott. 2019 alle 15:51

    Calenda e le cazzate del liberismo

    Per anni ho raccontato le “cazzate” del liberismo: è il mea culpa dell’europarlamentare ed ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, da poco uscito dal Pd e ora a capo di un nuovo progetto politico, Siamo Europei.

    “Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro”, ha affermato ieri, giovedì 3 ottobre, in una giornata in cui ha manifestato sotto al Mise con gli ex operai della ex Embraco.

    Calenda con i lavoratori ha chiesto chiarezza sul piano industriale della nuova proprietà, gli italo-cino-israeliani della Ventures.

    L’europarlamentare sotto al ministero è stato più volte interrotto e contestato da un lavoratore, che lo accusava di avere “409 lavoratori sulla coscienza”. Calenda lo ha invitato a tacere affermando: “Senza di me eravate tutti licenziati”.

    Calenda dopo l’incontro con gli operai Embraco

    Poi ha raccontato: “Oggi vengo da cinque ore al Ministero dello Sviluppo, per una volta non sopra ma sotto. La Embraco è un’azienda di straordinaria capacità. Gli operai sono i migliori. A un certo punto l’azienda gli dice di andare a fare training agli operai slovacchi. Loro ci vanno, ma intanto chiedono: ‘Mica chiuderete e vi trasferite?’. E quelli assicurano che no, non lo faranno. Ma poi gli chiudono la fabbrica”.

    Il caso dello stabilimento di Riva di Chieri, in provincia di Torino, ha portato Calenda a fare una riflessione dura. “Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato – ha affermato – è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro. Per cui pensiamo che un operaio di cinquant’anni che ha passato la vita a fare impianti può andare a lavorare nell’economia delle app. Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute, per 30 anni. E poi dice che vincono i sovranisti…”.

    Per l’europarlamentare c’è bisogno di un “liberalismo di metodo”. “La democrazia liberale deve recuperare il pragmatismo. E se la società va meno veloce del progresso, la società salta per aria”.

    Il paradigma di riferimento secondo Calenda deve essere il liberalismo sociale. “Io per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberismo economico. Poi quando ho avuto davanti l’operaio dell’Embraco ho capito che erano una gran cacchiata”.

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