Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Lo sfogo di Brunetta: “Mi dicono tappo o nano, è una vita che vengo violentato per la mia altezza” | VIDEO

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 25 Lug. 2022 alle 09:58

    Brunetta: “Mi dicono tappo o nano, è una vita che vengo violentato”

    “Mi dicono tappo o nano, è una vita che vengo violentato per la mia altezza, ho sofferto e continuo a soffrire”: lo ha dichiarato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nel corso di un’intervista a Mezz’ora in più in onda su Rai 3 nel pomeriggio di domenica 24 luglio.

    Brunetta, che ha lasciato Forza Italia dopo la scelta del partito di non votare la fiducia al governo Draghi, si è detto dispiaciuto per gli attacchi personali partiti da Silvio Berlusconi e dal suo entourage dopo il suo addio a Fi.

    “Ventotto anni” in Forza Italia “sono tanti” ha dichiarato Brunetta, il quale ha aggiunto che con Berlusconi “si è rotto qualcosa, come gli amori, quando si rompe qualcosa non si ricuce più”.

    “Io voglio bene a Berlusconi, ma subire invettive personali come ‘Riposi in pace’… io gli auguro lunga vita”.

    “E poi è una vita che vengo violentato per la mia altezza, ho sofferto e continuo a soffrire. Ma, non tanto per Brunetta, ma per i bambini, che non hanno avuto la fortuna di essere alti, belli e che stanno soffrendo e che possono avere in me un esempio, e che dicono ‘Guardate Brunetta, tappo come è, nano come è, fa il ministro’. Ecco, sdogano questo termine su di me”.

    Il ministro, poi, si rivolge a Marta Fascina, la compagna di Silvio Berlusconi che nel giorno dell’addio di Brunetta a Forza Italia ha pubblicato una storia su Instagram con la scritta “Roma non premia i traditori” accompagnata dalla colonna sonora di una celebre canzone di Fabrizio De André che narra la vicenda di un nano che scala i gradini di una funzione pubblica: “Marta Fascina, grazie, vai avanti così perché consentirai di sdoganare anche queste violenze”.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version