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    Bonaccini: “Draghi non può fare tutto da solo, ora ascolti le Regioni”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 31 Mag. 2021 alle 12:02

    “Le riaperture graduali si stanno dimostrando una scelta giusta. Se non ci fossimo assunti questo rischio non guarderemmo con ottimismo ai mesi che abbiamo davanti, così come se avessimo aperto tutto e subito come chiedeva Salvini, avremmo nuovamente riportato il Paese nei guai”, a parlare in un’intervista al La Stampa è Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna.

    “Le Regioni sono state attori importanti di questo rischio calcolato: i vaccini li stiamo somministrando noi e i protocolli per la ripartenza li abbiamo scritto noi per fare due esempi. E le Regioni potranno essere un soggetto decisivo anche per investire bene le risorse europee”, prosegue Bonaccini che fa appello a Draghi: “Adesso si tratta di capire se le autonomie locali saranno adeguatamente coinvolte come soggetti di programmazione e di attuazione. Non è un problema di bandierine: nemmeno il Governo migliore del mondo potrebbe spendere oltre 200 miliardi in modo centralissimo, perché le scuole e gli ospedali li costruiscono le Regioni e i Comuni, così come gli interventi di prevenzione del dissento idrogeologico o la rigenerazione urbana”.

    E sulla patrimoniale proposta da Letta dice: “Se i ceti medio-bassi scivolano verso la povertà e quelli medi si riducono, o siano in grado di ridistribuire con più equità le risorse oppure i cittadini si affidano alla destra sovranità che promette muri e chiusure a protezione. Non diversamente, la scuola deve poter offrire a tutti pari opportunità. La sfida ambientale non può essere affrontata individualmente. Salute, istruzione, ambiente, sicurezza sono anche beni comuni senza i quali una società moderna collassa”.

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