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    Elezioni a Bologna, Mattia Santori si trasferisce in un eremo per la campagna elettorale

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 8 Set. 2021 alle 12:26 Aggiornato il 8 Set. 2021 alle 15:05

    “Ieri mi sono trasferito all’Eremo di Ronzano, che fino al 4 ottobre sarà la mia casa”: così il leader delle Sardine e candidato in consiglio comunale alle elezioni amministrative bolognesi, Mattia Santori, in un post condiviso sulla sua pagina Facebook. “Sono grato a Padre Benito Fusco e Padre Pietro per avermi aperto le porte di un luogo magico, che guarda Bologna dall’alto, che accoglie 38 richiedenti asilo, due associazioni, una cooperativa, educatori e viandanti tra le querce, le vigne e i sempreverdi”, aggiunge Santori, iscritto da indipendente nelle liste del Pd a sostegno di Matteo Lepore.

    “Lo chiamano ‘eremo’ ma è una piccola grande Babele cosmopolita. Lo chiamano monastero ma è una famiglia di frati atipica, in cui il Vangelo non si recita: si pratica. Ci si fanno domande, ci si scontra con le differenze, con i problemi della convivenza, con la gestione comune degli spazi”, scrive nel lungo post.

    “Mi sono accorto che la parola ‘comunità’ è la parola che ho usato di più da quando sono nate le sardine. E non voglio diventare come quei politici che usano paroloni senza avere la minima idea di come si applicano nel quotidiano. Qui sono l’ultimo arrivato, a nessuno frega niente di chi sono o di quante volte sono stato in tv. Prima di me è arrivata una famiglia afghana di Kabul che ho conosciuto ieri. Mentre giocavo con la piccola Hadya, non ho potuto fare a meno di scrutare lo sguardo di sua madre perso nel vuoto”.

    “Occhi di una luminosità cupa, che raccontano la sofferenza del ricominciare da zero, la violenza di radici strappate dalla propria terra. Mi chiedo come si faccia a parlare di ‘pacchia finita’ quando si approcciano dolori così laceranti. Mi chiedo come si possa dirlo sventolando un crocifisso. Dicono che per fare politica bisogna studiare. Io da oggi inizio la mia lezione di comunità” conclude il candidato.

    Battute e polemiche attorno alla sua scelta non sono tardate ad arrivare. “Il ritiro spirituale è una cosa seria, non si sbandiera ai quattro venti, e soprattutto in campagna elettorale dove sei candidato”, ha commentato sui social la coordinatrice di Italia Viva Lina de Troia. “Patetico, falso, al limite del ridicolo! San-tori”, aggiunge la renziana giocando col nome del leader delle sardine.

    Ma la candidatura del 34enne bolognese aveva già attirato diverse critiche, ed era stata accolta con poca sorpresa da chi sin dall’inizio, da quando cioè il trascinatore di folle ha iniziato a portare migliaia di persone in piazza per scongiurare la vittoria della Lega in Emilia Romagna, aveva intravisto nell’attivismo di Santori la voglia di ottenere un ritorno personale, sul piano politico e di immagine. Fino a pochi mesi fa, poi, proprio Santori aveva attaccato il Pd, definendolo “Tossico”. Ma la sua scelta sembra riflettere la più ampia volontà del movimento di passare dalle piazze alle istituzioni per portare nei luoghi decisionali la propria visione e punto di vista: Santori infatti non è l’unica sardina che correrà alle amministrative in programma il 3 e 4 ottobre prossimo.

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