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    Barca a TPI: “Il Pnrr di Draghi è un flop. A Palazzo Chigi vedo conservatori senza strategia”

    Intervista all'ex ministro del governo Monti: "Noi avevamo un mandato politico, oggi invece vedo solo conservatori senza strategia. Se il Pd non cambia rischiamo un tecno-autoritarismo"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 4 Nov. 2021 alle 12:15 Aggiornato il 4 Nov. 2021 alle 12:41

    “Sono alle porte di Milano. Han circondato la città: sono imponenti e silenziosi. Sono i laureati e gli studiosi. Portano strane borse nere piene di oggetti misteriosi. E senza l’ombra della paura stanno occupando i punti chiave. Ora si possono vedere: sono una razza superiore. Sono i tecnocrati italiani. E l’Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar”. Fabrizio Barca ricorre a questa canzone pubblicata nel 1973 da Giorgio Gaber per spiegare come oggi la tecnica abbia preso il posto della politica all’insegna dello slogan «Non c’è alternativa».

    E invece Barca – ex ministro del governo Monti (Coesione territoriale), ex dirigente del Tesoro e di Bankitalia, oggi coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità (nonché figlio di Luciano Barca, storico dirigente del Pci, braccio destro di Enrico Berlinguer – è convinto che un’alternativa ci sia. Ne parla in un libro-dialogo con Fulvio Lorefice appena uscito per Donzelli editore, il cui titolo è Disuguaglianze, conflitto, sviluppo.

    Nel libro definisce quello di Draghi come un governo “conservatore” e privo di un “mandato politico”. Accelerare la campagna vaccinale ed elaborare il Pnrr non sono un mandato politico?
    “No, queste sono due priorità oggettive dettate dagli eventi. Il mandato politico è il ‘come’ le si affronta. Sui vaccini il governo ha proseguito il buon lavoro del precedente esecutivo, ma per il Pnrr ha interpretato la sua funzione in modo conservatore: cioè di conservazione dell’esistente”.

    Faccia qualche esempio.
    “Le scelte in tema di pensioni e di finanziamento alle imprese. Il freno tirato sulla questione ambientale. L’assenza di novità sul lavoro. Questo governo è espressione della cultura neoliberista che ha sospinto la politica a fare un passo indietro sostenendo che non esiste un’alternativa”.

    E invece un’alternativa c’è?
    “Ma certo, è nelle cose. L’esempio più eclatante riguarda l’ambiente”….
    Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui.

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