Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Associazioni InOltre: il nostro appello a Schlein e Bonaccini

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 23 Dic. 2022 alle 14:04 Aggiornato il 23 Dic. 2022 alle 14:04

    Riceviamo e pubblichiamo la proposta dell’associazione InOltre – Alternativa progressista.

    Chiediamo a Elly Schlein e Stefano Bonaccini di chiarire come vogliono emanciparsi dalle correnti e come riportare il salario minimo dal Parlamento nella società.

    Il governo torna indietro sulle tutele e sul lavoro
    Il governo Meloni sta lasciando mano libera al mercato sulla regolazione dei salari a danno come sempre dei più deboli. Sta dimezzando le risorse per le imprese per comprare macchinari e fare formazione. Toglierà il reddito di cittadinanza dal 2024 e boccia ogni impulso sul salario minimo per i settori scoperti e per stimolare a innalzare i contratti collettivi nazionali più bassi. Tali politiche costringono i giovani ad accettare proposte di lavoro umilianti e sottopagate.  La conseguenza è che continuerà e si aggraverà lo sfruttamento lavorativo. Per non parlare della riesumazione dei voucher, aboliti dopo un braccio di ferro della Cgil sul governo Gentiloni, e oggi riproposti nuovamente con tutti gli usi distorti che già conosciamo. È importante farlo nella società promuovendo una proposta di iniziativa popolare con tutte le opposizioni, facendo dei tavoli di lavoro per far convergere gli altri partiti e associazioni.
    L’opposizione parta dalla società 
    L’opposizione del PD dunque o si concentra sullo spingere una proposta organica sui salari e sul regolare mercato del lavoro, mostrando che direzione sta prendendo questo governo verso le fasce medio basse, o si torna indietro. In caso contrario si accrescerà soltanto il bagaglio di voti dei 5Stelle, perché chi si vedrà tolto il reddito, non avrà un’alternativa politica credibile e una narrazione diversa a cui appoggiarsi. La nostra proposta sul salario minimo legale e la rappresentanza sindacale (, redatta con associazioni e con l’ufficio giuridico della CGIL è ancora sul tavolo come contributo concreto. Durante la campagna elettorale dirigenti come Peppe Provenzano e Chiara Gribaudo, che avevano deleghe specifiche su giovani e lavoro nella segreteria, non hanno preso posizioni nitide sul COME applicare il salario minimo, che è il vero punto politico su ci cui ci siamo arenati in una vaghezza assordante, scontata anche a livello elettorale, soprattutto al sud. Ci chiediamo se il PD oggi (e i candidati al congresso) dall’opposizione voglia fare un passo in più sul salario minimo rispetto alle posizioni di “compromesso conservativo” (luglio 2022) del Ministro Orlando nel governo Draghi o se voglia rappresentare efficacemente il disagio che monterà nella società.
    Sul congresso PD quale discontinuità?
    Promuoveremo le nostre proposte dentro al congresso PD, segnaliamo tuttavia che ad oggi nessuna delle mozioni in campo sembra essersi espressamente e fattivamente emancipata dalle logiche di corrente che hanno caratterizzato il partito in questi anni. Auspichiamo che la scelta dei riferimenti territoriali e le modifiche statutarie-organizzative che emergeranno nelle mozioni, cui cercheremo di dare un contributo, siano in discontinuità e volte a isolare questi fenomeni di cooptazione che strozzano la vivacità interna e l’attratività del partito. Elly Schlein e Stefano Bonaccini, al netto delle posizioni di contenuto politico, dovrebbero dipanare questi dubbi e far comprendere come vogliono rendere autenticamente democratico il partito a tutti i livelli. Il comitato rifondativo (non eletto), cui è stato assegnato il compito di redigere i valori del nuovo PD, già dalla sua composizione manifesta i suoi grandi limiti, dal momento che chi ha avuto un ruolo di primo piano nella campagna elettorale o nel partito, dovrebbe fare un passo di lato in favore di energie nuove e libere, altrimenti la credibilità del partito rimarrà ai minimi storici. A parer nostro, bisognava azzerare tutti gli organismi e avviare una campagna vera di tesseramento che resettasse una platea di iscritti in gran parte inquinata e corrosa da logiche clientelari. Così non è stato, dunque risulta dirimente la posizione che assumeranno le mozioni al congresso per cambiare realmente questo stato di fatto.
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version