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    Assessore di Fratelli d’Italia propone di insegnare la caccia nelle scuole: è polemica

    La proposta è stata avanzata anche da una consigliera della regione Lombardia, compagna di partito dell'assessore Donazzan

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 17 Feb. 2020 alle 10:06

    Assessore di Fratelli d’Italia propone di insegnare la caccia nelle scuole

    È polemica per la proposta di Elena Donazzan, esponente di Fratelli d’Italia nonché assessore all’Istruzione della regione Veneto, di insegnare la caccia nelle scuole.

    La vicenda risale a qualche giorno fa quando, in occasione dell’Hit Show di Vicenza, una manifestazione dedicata alla caccia e al tiro sportivo, l’assessore di Fratelli d’Italia Elena Donazzan ha definito la caccia una “arte venatoria” che andrebbe studiata nelle scuole per difenderla dai pregiudizi.

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    Le dichiarazioni della Donazzan sono finite nel mirino della Lega italiana per l’abolizione della caccia, mentre Barbara Mazzali, consigliere di Fratelli d’Italia nella regione Lombardia, ha difeso la collega affermando che lo studio della caccia porterebbe a una maggiore conoscenza di “boschi e profumi, campi coltivati e biodiversità, la botanica, le scienze, l’agricoltura, la geografia, la storia e la cucina”.

    Poche ore fa, però, la Mazzali ha scritto un lungo post sul suo profilo Facebook per smentire  di aver “mai proposto e né mai ho pensato di farlo, di insegnare ai ragazzi, e tantomeno ai bambini, a ‘sparare agli animali'”.

    “Sono semplicemente intervenuta a difesa di un assessore del mio partito, Elena Donazzan, che per aver parlato di questo argomento è stata frontalmente attaccata dalla LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia). L’assessore Donazzan ha parlato di ‘conoscenza in tema di caccia per difenderla dai pregiudizi’. Parla, quindi, di ‘conoscenza’” afferma ancora la Mazzali.

    “Nel mio intervento ho parlato di boschi e profumi, campi coltivati e biodiversità e mai ho accennato a fucili, armi, richiami o trappole. Ho parlato di botanica, scienze, agricoltura, geografia, storia, cucina: un patrimonio di saperi e di tradizioni profondamente radicate da secoli nell’arte venatoria che, a mio avviso, meriterebbe di essere raccontato anche ai giovani, ferma restando naturalmente la assoluta libertà di ciascuno di esercitare o meno la caccia secondo le leggi vigenti”.

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